Dopo gli Usa in Italia “Il sorriso di Darwin” di Isabella Rossellini
Rosario Tronnolone - Città del Vaticano
Isabella Rossellini è in tournée in Italia con lo spettacolo “Il sorriso di Darwin”, dopo averlo rappresentato con successo a New York, San Francisco e Los Angeles. Con la gentilezza che la contraddistingue e con un tocco di intelligente comicità,
Isabella, quali letture ti hanno ispirato per questo spettacolo?
Lo spettacolo è cominciato come una conferenza per il Musée d’Orsay di Parigi che ospitava una mostra sulla teoria dell’evoluzionismo di Darwin. Come sai, ho un Master degree in Etologia, la scienza che studia il comportamento animale. Darwin ha scritto un libro intitolato “A proposito delle espressioni e delle emozioni degli uomini e degli animali”. Darwin pensava che ci fosse una sorta di continuità tra noi e gli animali, un po’ in contraddizione con le credenze diffuse allora. Lo stesso Darwin, che non era ateo, riteneva l’evoluzione un disegno divino intelligente, attraverso un meccanismo che permetteva agli esseri viventi di cambiare, di adattarsi e di evolversi. È questa evoluzione che ha creato l’enorme biodiversità. Lo spettacolo dunque è stato creato per quelle conferenze del Musée d’Orsay, e Muriel Mayette, che era la direttrice dell’Accademia di Francia di Villa Medici a Roma ed è ora la direttrice del Teatro Nazionale di Nizza, è venuta a vedere lo spettacolo al Musée d’Orsay e mi ha proposto di farne un monologo teatrale, un nuovo spettacolo da lei diretto. Da qui è nato “Il sorriso di Darwin”: si può dire che è cominciato come una conferenza che poi si è evoluta in uno spettacolo! È basato in maniera particolare sul libro che Darwin ha scritto sulle espressioni e le emozioni degli uomini e degli animali, e sul lavoro dell’attore che consiste nell’espressione delle emozioni. Questo libro di Darwin, che non è molto conosciuto, per me è stato uno dei testi più affascinanti da leggere, perché mi ha fatto riflettere sul fatto che se per esempio sorrido, questo è capito in tutto il mondo, ma se faccio alcuni gesti tipici dell’espressività italiana, tipo il nostro raccogliere le dita insieme per indicare un punto interrogativo, questo è comprensibile solo fra noi italiani. E Darwin comincia il libro facendosi questa domanda: “Ma perché alcune espressioni come il disgusto, il sorriso, il tremare di paura, un urlo di terrore (abbiamo anche questo in comune con gli animali) sono comprensibili universalmente, mentre altre non lo sono?”. Parte da questa semplice domanda, e si chiede se anche le espressioni come il sorriso siano state o no il risultato dell’evoluzione. Una persona non vedente, per esempio, sorride anche se non ha mai visto un sorriso in vita sua. Quindi, partendo da questo interrogativo, in maniera comica racconto sia il mestiere di attore, sia le espressioni delle emozioni degli animali.
I vari ambiti della tua eclettica carriera sembrano trovare in questo spettacolo un perfetto punto di contatto, è così?
Sì, è vero. Questo spettacolo raccoglie molti dei miei interessi, cioè la recitazione, che se vuoi può essere considerata l’analisi del comportamento umano, e l’etologia, che studia il comportamento animale.
Quale aspetto del lavoro in palcoscenico ti attira di più?
Ho lavorato in precedenza in palcoscenico come attrice, ma non tantissimo, perché ho lavorato soprattutto come modella, ed è un lavoro che richiede moltissima mobilità, proprio come il teatro. Purtroppo le lunghe tournée si sono sempre rivelate impossibili perché per un lavoro mi si chiedeva di essere a Parigi, mentre per l’altro dovevo essere ad Atlanta. Alla fine ho favorito il lavoro da modella perché mi piace di più e ho preferito recitare al cinema dove si richiede un impegno di soli due o tre mesi, mentre il teatro, con la tournée, va avanti anche un anno.
Mi sembra inoltre che in questo caso tu unisca sulla scena l'arte recitativa di tua madre e la dimensione didattica tanto cara a tuo padre...
Mio padre e mia madre sono stati dei genitori meravigliosi, ma nel mio lavoro non rappresentano per me un’ispirazione diretta. Non mi chiedo: “Come avrebbe fatto mamma questo personaggio? Allora lo faccio così”. E se scrivo un testo per il teatro non mi domando: “Cosa avrebbe scritto papà? Allora scrivo quello che secondo me avrebbe scritto lui”. Scrivo quello che mi interessa, che stimola la mia curiosità, e credo che l’insegnamento lasciatomi dai miei genitori consista proprio in questo, nel cercare di soddisfare le curiosità, attraverso la continua ricerca. In questo senso sì, mi sono stati di ispirazione.
Le date della tournée dello spettacolo “Il sorriso di Darwin” saranno il 15 gennaio a Bassano del Grappa (Teatro Remondini), 16 a Vicenza (Teatro Comunale), il 18 ad Assisi (Umbria Green Festival - Teatro Lyrick), il 20 e 21 a Trieste (Teatro Politeama Rossetti) e il 23 e 28 Gennaio a Firenze (Teatro La Pergola).
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