Medio Oriente, Netanyahu contro un’eventuale sovranità palestinese a Gaza
Marco Guerra – Città del Vaticano
Il premier Benjamin Netanyahu smentisce un'apertura israeliana alla sovranità palestinese a Gaza, ventilata ieri dal presidente americano Joe Biden. "Israele deve mantenere il pieno controllo della sicurezza della Striscia per garantire che Gaza non rappresenti più una minaccia per gli israeliani", questa è la posizione ribadita nella conversazione di ieri, 20 gennaio, con il capo della Casa Bianca.
Delusione delle diplomazie
L’opposizione alla costituzione di uno Stato palestinese suscita il disappunto anche di alcune diplomazie occidentali. Il ministro della Difesa del Regno Unito, Grant Shapps, parla di posizione “deludente”. “Non penso che arriveremo a una soluzione se non avremo due Stati", ha affermato intervistato questa mattina da Sky News, aggiungendo che il Regno Unito continua a sposare la soluzione dei due Stati e che "non esiste altra opzione". I palestinesi "hanno diritto alla sovranità e ad uno Stato", ha invece evidenziato il ministro degli Esteri francese, Stéphane Séjourné.
Scoperti altri tunnel di Hamas
Intanto sul terreno prosegue la vasta operazione dell’esercito israeliano nell'area di Khan Yunis, la principale città nel sud della Striscia di Gaza, dove ieri “diversi terroristi sono stati eliminati, con l'aiuto dell'aviazione”, ha riferito il portavoce militare, secondo cui i militari hanno scoperto “ingenti quantità di armi” immagazzinate in una struttura di Hamas. A Khan Yunis l'esercito sta operando sia sopra sia sotto il terreno, all'interno di una vasta rete di tunnel e di bunker, dove, fra le altre cose, è stata tenuta prigioniera una parte degli ostaggi portati a Gaza. Sempre secondo le forze israeliane, nei tunnel è stata trovata una grande sala dove sono stati tenuti in cattività circa 20 ostaggi, alcuni di questi poi liberati.
Oltre 25mila vittime a Gaza
L’ingresso nei tunnel è avvenuto dopo violenti combattimenti che hanno portato all’uccisione di diversi militanti di Hamas. Anche nel nord della Striscia si continua a combattere, qui 15 miliziani palestinesi hanno perso la vita. Secondo stime dell'intelligence Usa, gli israeliani hanno eliminato tra il 20% e il 30% delle forze combattenti di Hamas nella Striscia. Anche Israele conta nuove perdite, sono 195 i soldati uccisi in combattimento. Infine Il ministero della Sanità controllato da Hamas riferisce che il bilancio delle vittime a Gaza dall'inizio della guerra ha superato quota 25 mila.
Borbardate postazioni nel sud del Libano
La tensione resta altissima, infine, anche tra Israele e gli hezbollah libanesi. Stamane le Forze di sicurezza israeliane hanno riferito di avere colpito postazioni di Hezbollah nel sud del Libano in risposta agli attacchi contro il nord di Israele. Lo riporta il Times of Israel precisando che i siti colpiti dagli aerei da combattimento a Odaisseh e Houla, nel sud del Libano, includevano postazioni di lancio di razzi e altre infrastrutture utilizzate dal gruppo terroristico.
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