Yemen: Usa e Gb attaccano basi dei ribelli Houthi
Stefano Leszczynski – Città del Vaticano
Un nuovo attacco ha colpito oggi, 13 gennaio, una città portuale dello Yemen, Hodeida, controllata dagli Houthi. Almeno 70 si sono registrati nella notte tra giovedì e venerdì sulle basi logistiche e militari degli Houti nel Paese. Le autorità di Sanaa riferivano di almeno 5 morti e una decina di feriti, con la minaccia di ulteriori ritorsioni sulle navi commerciali che transitano nel Mar Rosso. Dure le reazioni da parte dell'Iran e dei vertici di Hamas che evocano un allargamento del conflitto a livello regionale.
Le motivazioni dell'attacco
Gli attacchi contro le basi Houti nello Yemen vanno oltre l'operazione strategica per ripristinare la sicurezza della navigazione nel Mar Rosso, ma vengono interpretate dagli analisti internazionali come una risposta diretta da parte degli Stati Uniti all'Iran. "Certamente da un lato è una conferma dell'interesse primario da parte statunitense di garantire la sicurezza dell'area e al tempo stesso garantire un sostegno indiscusso e indiscutibile nei confronti di Israele", spiega Claudio Bertolotti, ricercatore dell'ISPI. "Dall'altro lato è un segnale molto forte che viene dato all'Iran, che di fatto è lo sponsor delle azioni militari che gli Huthi stanno portando a danno del traffico navale all'interno dell'area del Mar Rosso verso il Canale di Suez". Azioni militari che hano provocato enormi danni economici costringendo le navi commerciali a rotte molto più lunghe e onerose.
Lo scenario peggiore
"Il fatto - prosegue Bertolotti - è che la guerra tra Israele e Hamas non è limitata a quanto sta accadendo sul campo di battaglia nella Striscia di Gaza, ma tende ad anticipare o a descrivere quello che potrebbe essere lo scenario peggiore, quello dell'escalation orizzontale, in grado di coinvolgere tutti gli attori primari dell'area. Eventi come come gli attacchi da parte degli Houti, ma anche delle milizie filo iraniane sciite in Siria e Iraq, sono elementi che possono portare a un precipitare della situazione con scenari e con prospettive molto diverse dall'attuale."
Le ripercussioni economiche
Gli attacchi in Yemen contro i ribelli Houthi hanno già spinto al rialzo il prezzo del petrolio. Il Brent sale infatti del 3,2% a 80 dollari al barile, portandosi ai livelli di fine gennaio scorso. Ma non è solo il pericolo di un'impennata dei prezzi a preoccupare gli analisti. Il danno economico per il mancato transito delle navi attraverso il canale di Suez è enorme e potrebbe portare a una forte instabilità sociale e politica in un Paese strategicamente cruciale nell'area. Elementi che devono aver pesato anche nell'incontro avvenuto al Cairo tra il sottosegretario USA Blinken e il presidente egiziano Al-Sisi.
Le proteste internazionali
A protestare duramente contro le operazioni statunitensi nello Yemen, oltre all'Iran, anche la Russia e la Turchia, che parla di reazione spropositata degli alleati. A dirsi molto preoccupata per l'innalzamento delle tensioni nel Mar Rosso è anche la Cina che mette in guardia da un allargamento del conflitto.
Aggiornato alle ore 12:44 del 13 gennaio
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