Indonesia, chiusi i seggi per le elezioni del nuovo presidente. Favorito Prabowo Subianto
Silvia Giovanrosa - Città del Vaticano
205 milioni di indonesiani oggi, 14 febbraio, alle urne, in più di 800 mila seggi distribuiti nelle 18 mila isole che formano l’arcipelago indonesiano, il quarto Paese più popoloso al mondo e una delle più grandi democrazie esistenti. In base agli ultimi sondaggi, il ministro della Difesa e candidato presidenziale, Prabowo Subianto, che come vice ha scelto il figlio 36enne dell’attuale presidente Joko Widodo, avrebbe quasi il 40% delle preferenze dei votanti. L'ex governatore di Giakarta Anies Baswedan è fermo al 16,7%, seguito da Ganjar Pranowo con il 15,3%.
La presidenza di Joko Widodo
Il presidente uscente, Joko Widodo, è alla presidenza dell’Indonesia dal 2014. Nel 2019 aveva ottenuto il suo secondo mandato con la maggioranza dei voti su Subianto, che poi a sorpresa, aveva voluto come suo ministro della Difesa. Avendo raggiunto quindi il limite dei mandati, Widodo ha dichiarato di sostenere Subianto nella corsa alla presidenza, andando contro il suo partito e candidando alla vicepresidenza il figlio. Negli ultimi anni del suo mandato, Widodo, era stato accusato di aver contribuito a peggiorare il clima democratico nel Paese e di aver esercitato la sua influenza per condizionare l’esito delle elezioni. Tuttavia, durante la sua presidenza, l’Indonesia ha visto crescere il suo livello economico e invece abbassarsi quello della povertà. Sotto il suo governo sono stati ampliati i sussidi per le fasce più in difficoltà della popolazione e sono state completate importanti opere infrastrutturali.
Il favorito Prabowo Subianto e gli altri candidati
Ex generale delle forze speciali, ed attuale ministro della Difesa, Prabowo Subianto, in passato era stato accusato di violazione dei diritti umani e del rapimento di alcuni studenti attivisti. I sondaggi dicono che Prabowo è il favorito: non solo perché è sostenuto da Widodo, che continua ad essere piuttosto popolare, ma anche per la giovane età degli elettori, meno sensibili alle critiche sul suo controverso passato. Durante la campagna elettorale ha cercato attraverso i social il consenso dei più giovani. Nel Paese in cui i cosiddetti Millennians e la Generazione Z costituiscono circa la metà degli elettori, TikTok è la seconda fonte di infromazione più popolare tre gli Indonesiani, subito dopo la televisione. Gli altri principali candidati alla presidenza sono entrambi ex governatori rispettivamente della capitale Jiacarta e di Giava Centrale. Anies Baswedan è un ex rettore universitario ed è stato in passato ministro dell’Istruzione. Infine Ganjar Pranowo è esponente del partito attualmente al potere, quello del presidente uscente Widodo.
Il commento Giorgio Bernardelli direttore di Asia News
"Un passaggio molto delicato", ma "improntato comunque alla continuità". Secondo Giorgio Bernardelli, direttore responsabile di Asia News, se saranno confermati i sondaggi che vedono come candidato favorito alla presidenza dell'Indonesia l'attuale ministro della Difesa, Prabowo Subianto, ci sarà certamente una continuità con il governo precedente di Joko Widodo.
Al di là delle incognite legate alla figura dell'ex generale delle forze speciali indonesiane, il punto è l'appoggio del presidente uscente, che fa pensare ad una continuità con il passato, dove la crescita economica è stata la priorità. In merito alla sfide che il nuovo presidente dovrà affrontare, prosegue Giorgio Bernardelli, c'è sicuramente quella legata al mantenimento degli equilibri, nonostante le spinte fondamentaliste che premono all'interno della società. L'Indonesia è, infatti, il più grande Paese musulmano, dove le tensioni religiose sono all'ordine del giorno. Relativamente alla questione del rispetto dei diritti umani: "L'Indonesia è una democrazia relativamente giovane", commenta Bernardelli, e anche le polemiche che hanno accompagnato la campagna elettorale, in merito all'ingerenza di Joko Widodo che ha cambiato la Costituzione per candidare alla vicepresidenza il figlio 36enne, non sono indicative di un Paese democraticamente maturo.
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