Medio Oriente, intesa Israele-Hamas su ostaggi lontana. Nel Mar Rosso ancora attacchi Houthi
Gianmarco Murroni - Città del Vaticano
Stop di Benyamin Netanyahu ad Hamas: Israele non accetterà alcun accordo sugli ostaggi che modifichi i termini di quello precedente. L'eventuale intesa per ora resta lontana, visto che le fazioni di Gaza non hanno ancora risposto alla proposta mediata a Parigi da Usa, Qatar ed Egitto. Israele non accetterà un accordo "ad ogni prezzo", ha avvertito il premier israeliano, spiegando che "Hamas avanza delle richieste sugli ostaggi che non possiamo accettare". In particolare, "il rapporto di scambio fra ostaggi e detenuti palestinesi deve essere simile a quella dell'accordo precedente", e cioè di uno a tre come nell'intesa che aveva portato alla tregua a Gaza di fine novembre.
Le richieste di Hamas
Hamas, dal canto suo, ritiene che questo rapporto non sia più sufficiente, reclamando una sostanziale modifica. Inoltre, ha richiesto che siano rilasciati detenuti di alto livello, compresi i miliziani responsabili dell'attacco del 7 ottobre catturati dall'esercito israeliano. Netanyahu è stato chiaro e ha respinto anche un'altra richiesta "prioritaria" avanzata dalle varie fazioni palestinesi di Gaza: quella di un cessate il fuoco permanente con il ritiro totale dell'esercito dalla Striscia. "Il nostro obiettivo - ha ribattuto il premier - è una vittoria completa. Uccideremo la leadership di Hamas, quindi dobbiamo continuare ad operare in tutte le aree della Striscia di Gaza. Non dobbiamo porre fine alla guerra prima di allora. Ci vorrà del tempo: mesi, non anni".
Blinken media una tregua
Atterrato questa mattina al Cario, invece, il segretario di Stato americano Antony Blinken, dove vedrà il presidente Abdel Fattah al-Sisi. Dopo la tappa in Arabia Saudita, Blinken arriva in Egitto con l’obiettivo di evitare nuove escalation nella regione. A Riad il capo della diplomazia americana ha incontrato l'erede al trono Mohammed bin Salman: i due, secondo il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller, hanno discusso del "coordinamento regionale per porre fine in modo duraturo alla crisi a Gaza".
Crisi nel Mar Rosso
Intanto, nel Mar Rosso continuano gli attacchi degli Houthi contro le navi in transito in quelle acque. I ribelli yemeniti hanno rivendicato gli attacchi contro due navi, una statunitense e l'altra britannica, affermando di aver condotto "due operazioni militari nell'area". Nell'attacco sono state prese di mira la nave americana Star Nasia e la nave britannica Morning Tide. Gli houthi confermano, quindi, l'intenzione di “continuare le operazioni contro obiettivi statunitensi e britannici nel Mar Rosso e nel Mar Arabico come diritto legittimo di rispondere all’aggressione, in difesa dello Yemen". E ribadiscono che gli attacchi continueranno sino a quando "non cesserà l'aggressione a Gaza e l'assedio non sarà revocato".
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