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Manifestanti a Goma nella Repubblica Democratica del Congo Manifestanti a Goma nella Repubblica Democratica del Congo  (ANSA)

RD Congo, civili in fuga a causa dei bombardamenti dell'M23

Sake è uno degli epicentri degli intensi combattimenti tra l'esercito congolese e il gruppo armato M23; la città è stata colpita nei giorni precedenti da bombe che hanno continuato a cadere e hanno costretto la popolazione a spostarsi per trovare rifugio altrove, in particolare a Goma. Il numero di morti e feriti è in aumento e la situazione umanitaria si aggrava. L'abbé Faustin Mbara, parroco di Sake, ha descritto una situazione allarmante

Stanislas Kambashi, SJ – Città del Vaticano

"Da più di una settimana, oltre il 95% della popolazione di Sake si è trasferita a Goma e in altri luoghi", ha affermato padre Faustin Mbara, parroco della parrocchia della Misericordia Divina, che si trova a una ventina di chilometri da Goma, la capitale del Nord Kivu, ed è circondata dai gruppi armati dell'M23. I ribelli sono a 2 km a Nord, verso Kimoka, e a Ovest, sulla collina di Kiwuli. Sono anche a Rutoboko, vicino alla scuola secondaria “Pain de Vie” e la loro minaccia è "imminente", ha detto il sacerdote. Nella città stessa, ha continuato, ci sono solo combattenti della resistenza Wazalendo e soldati dell’esercito regolare.

Più di 50.000 sfollati in cerca di sicurezza

Mentre gli abitanti di Sake si trovavano ancora nelle loro case, due bombe sono cadute vicino alla parrocchia e al campo per sfollati che vi era stato allestito, causando molti morti e feriti. Per cercare riparo, la popolazione ha preso la strada per Goma o per altri luoghi,"perché pensavamo che una terza bomba potesse cadere su di noi, e così ci siamo spostati”. Il campo, ha spiegato il sacerdote congolese, ospitava gli sfollati che erano venuti dalle montagne per stabilirsi nella città. Lunedì 19 febbraio, un'altra bomba è caduta nel quartiere di Kaduki, uccidendo almeno una persona e ferendone tre, ha raccontato padre Mbara, che anche lui ha trovato rifugio a Goma e visita ogni giorno i campi per portare conforto a coloro che sono stati accolti. Il numero di sfollati da Sake "può essere stimato in 50.000 o 60.000 persone", ha detto. Alcuni sono stati ospitati da famiglie, mentre la maggior parte si trova nei campi di Mugunga, Kihuli, Bulengo e altri.

Una situazione umanitaria allarmante

Con l'afflusso di sfollati in questi campi, ormai sovraffollati, le agenzie umanitarie sono quasi al collasso. La Caritas diocesana sta lavorando con il Programma Alimentare mondiale (PAM), in particolare per distribuire cibo, ma il bisogno è ben lungi dall'essere soddisfatto. Alcune persone "hanno appena trascorso una settimana senza ricevere nulla da mangiare", ha spiegato il sacerdote e altre passano la notte all’aria aperta. In una situazione del genere, c'è anche il rischio che si sviluppino malattie  poiché l'accesso all'acqua non è facile e mancano servizi igienici.

La popolazione del Congo orientale vuole vivere in pace

Per quanto riguarda la situazione della sicurezza, il governo congolese ha promesso un contrattacco per mettere fuori gioco gli assalitori, anche se “la popolazione sta ancora aspettando". C’è poi preoccupazione “perché nelle stesse posizioni dove si trova ora l’M23 si trovarono in passato anche i miliziani del Congresso Nazionale per la difesa della Patria (CNDP) - gruppo armato creato da Laurent Nkunda nel 2007-2009 – e allora la gente rimase circondata per due anni, quindi si teme che la storia possa ripetersi. Il parroco di Sake chiede al governo congolese di fare tutto il possibile per riportare la pace nella regione, incoraggiandolo a trovare le cause profonde di un conflitto che sta causando morte e desolazione in questa parte della RDC ed elaborare una soluzione che non sia 'palliativa', ma efficace e duratura. L’invito alla comunità internazionale è poi a mobilitarsi per porre fine a questa situazione, "perché la popolazione sta veramente soffrendo e si verificherà una crisi umanitaria se non ci sarà un intervento immediato". Ha invitato poi i cristiani di tutto il mondo "a pregare per il ritorno di questa pace tanto necessaria, in modo da poter lavorare per il Signore in pace".

La situazione nell’RDC orientale

Da circa dieci giorni, la regione orientale della RDC è teatro di intensi combattimenti tra l'esercito congolese e il gruppo armato M23, sostenuto dal Ruanda, secondo quanto riferito dal governo congolese e da esperti delle Nazioni Unite. I combattimenti si concentrano intorno a Goma, capoluogo della provincia del Nord Kivu. A Kinshasa, come in diverse altre città del Paese, sono state organizzate proteste per quella che padre Mbara ha definito "una guerra imposta e un genocidio che è passato inosservato per tre decenni". Le manifestazioni a Kinshasa e a Lubumbashi (sud-est) hanno preso di mira la Monusco, la missione ONU nella RDC, e le ambasciate dei Paesi occidentali accusati di sostenere il Ruanda.

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20 febbraio 2024, 14:30