Editoria, in un piccolo animale la metafora dei diritti dell'uomo
Jan Walenty Malinowski e Maria Milvia Morciano - Città del Vaticano
Non stupisce che il libro I sogni di un camaleonte risulti tra i finalisti nella cinquina del Premio Inge Feltrinelli, menzione speciale "Kids", dedicato alla letteratura per l’infanzia. Si tratta di un volume edito da 24 Ore Cultura nel 2023, le cui autrici sono di nazionalità lituana: il racconto è di Jurga Vilė, mentre le illustrazioni sono di Lina Sasnauskaitè. Completa il volume una scheda scientifica di Violeta Lazarevičiené. La storia affronta il delicato rapporto tra gli umani e la natura, in questo caso un animaletto indifeso, Leo. Una natura incompresa dalla quale si pretende sempre qualche utilità e in questo caso anche un passatempo. Ma il piccolo camaleonte, catturato e sradicato dal suo habitat, smette di cambiare colore e si rattrista, diventa tutto nero. I colori tornano nei suoi sogni e sognando lui riesce a sopravvivere. La più piccola della famiglia capisce, una bambina della quale non conosciamo il nome, se lo mette in tasca e lo libera sulla spiaggia. Come nella tradizione delle favole più antiche, la storia si dipana in un ciclo di sette giorni e sette notti, sottolineati da pagine illustrate alternate in bianco e nero e colori brillanti.
L’autrice di I sogni di un camaleonte ha condiviso con i media vaticani il suo stupore per la nomination al premio, anzi aggiunge la sua sorpresa nel sapere che Chameleono sapnai - questo il titolo originale del libro - sia stata scoperto e pubblicato anche in traduzione italiana. “È interessante che tutti i candidati dovranno essere presenti alla cerimonia di premiazione. Che si vinca o meno, parteciperemo tutti. L'8 marzo ci sarà la cerimonia ufficiale e vedremo come se la caverà il camaleonte...”, aggiunge la scrittrice.
Diritti universali
Il Premio Inge Feltrinelli viene assegnato ad autrici e alle opere che si occupano di diritti umani e salvaguardia della natura. Temi che ben si riflettono nel volume, “Anche se il libro parla di animali, in realtà stiamo parlando di esseri umani. In questo caso, parliamo del rapporto dell'uomo con la natura e con qualcuno di più piccolo e forse più debole. Quel camaleonte può essere un essere umano - uno che è stato chiuso, che non viene considerato dagli altri, che non è consapevole dei propri bisogni e diritti. Questa storia può essere letta su due livelli. Si può dire che i diritti del camaleonte siano essenzialmente gli stessi diritti umani. Nel libro sono raccontati attraverso una metafora e prendono la forma di un piccolo camaleonte”. Tuttavia - prosegue Vilė - "attraverso questa storia possiamo parlare anche di quelle persone che si sentono onnipotenti e credono di avere la facoltà di poter fare qualsiasi cosa, sia nel rapporto con la natura sia negli eventi e nel contesto sociale. È anche interessante che il libro sia stato scritto durante la pandemia. Riecheggia davvero la sensazione di essere chiusi. Non è necessario essere rinchiusi in una prigione, ci si può sentire in questo modo anche all’interno del proprio appartamento, nella propria casa”.
È possibile dipingere il mondo con i colori più belli
Il protagonista della storia del libro è un camaleonte, un animale che ha la caratteristica di cambiare colore. In effetti oltre a Leo, protagonista è anche il colore stesso che prorompe nelle pagine. L’autrice del libro, con l’illustratrice Lina Sasnauskaitè, hanno voluto giocare con i colori e con la dimensione del sogno, “per trasferirli, ancora con una metafora, nella nostra realtà, che spesso si rivela monocromatica e triste. Abbiamo la possibilità di uscirne, di inventare una terra fantastica e un regno dei sogni, un luogo dove rifugiarci dai problemi che ci affliggono. E anche per i bambini può essere così. Anche loro con il disegno e la loro creatività possono colorare il mondo, renderlo brillante, nonostante giornate uggiose o addirittura tristi. Insomma è un modo per reagire in modo positivo e creativo. “È un messaggio - osserva Vilé - molto semplice per un bambino, ma credo molto importante. Possiamo dipingere il nostro mondo con colori molto belli. Possiamo farlo nella nostra vita quotidiana, e non solo con matite e pennelli, ma anche attraverso le nostre azioni”.
L'esempio della storia trasforma i momenti difficili
Jurga Vilė è anche l’autrice di Haiku siberiani. È un libro per bambini che parla della deportazione, nel 1940, in Siberia di intere famiglie lituane, compresi anziani, donne e bambini, come ricatto alla resistenza e per utilizzarli come manodopera gratuita. Racconta ai bambini le condizioni difficili che vissero i loro genitori e i loro nonni e la tragedia della storia. La scrittrice sottolinea: “Anche Haiku siberiani segue fondamentalmente la stessa idea del Camaleonte. In questo periodo in cui la vita è comoda e buona, volevo ricordare ai bambini alcuni momenti della storia in cui le cose non erano così, e far notare loro che perfino nelle situazioni più difficili possiamo fare qualcosa per alleggerirle, in modo che l'orrore non prenda il sopravvento, in modo da poter reagire alla situazione e sopravvivere. Questa idea è particolarmente importante nel contesto attuale, mentre vediamo ciò che sta accadendo nel mondo, ciò che sta accadendo in Ucraina, ciò che sta accadendo in Palestina. Mi sembra che sia molto importante immaginare quello che la gente sta passando e quanto noi invece siamo fortunati. Cosa faremmo noi in quella situazione? Questo messaggio è molto importante. Non dobbiamo guardare solo al passato, a quello che è successo", nota la scrittrice lituana.
Jurge Vilé osserva che "oggi la minaccia è reale e incombe su di noi, dobbiamo cercare di essere preparati. I nostri figli devono essere forti pensando a come sono sopravvissuti quei deportati, a cosa hanno fatto ricorso. Il protagonista del libro, Algiukas, ne è un esempio. È intelligente e conserva la capacità di trasformare tutte le difficoltà in un gioco, in un mondo fantastico. Il libro è nato dal desiderio di raccontare la storia di mio padre. Quando mi parlava della Siberia, ha cercato di raccontarmi le storie come le sentiva da piccolo. I bambini erano soliti inventare ogni genere di cose. Nonostante sia stato malato per molto tempo, nonostante i bambini fossero sempre affamati, nonostante il freddo, riuscivano a fare molte cose interessanti e a inventare dei giochi. Durante le presentazioni di questo libro sottolineo sempre ai bambini che la vita continua, indipendentemente dalle condizioni. Se le persone perdono la speranza, perdono davvero sé stesse e potrebbero non essere in grado di sopportare le grandi difficoltà, i momenti dolorosi della storia. Il libro è nato per necessità. A quel tempo non si parlava di queste cose ai bambini. Ho pensato che fosse importante ricordare le deportazioni perché non è solo un fatto storico, ma ha toccato molte delle nostre famiglie, ed è esempio, per i nostri tempi, di come le persone siano sopravvissute a quella grande tragedia”.
Un Premio che parla della “militanza della parola”
Il Premio Inge Feltrinelli è promosso dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e Gruppo Feltrinelli ed è dedicato alla tutela dei diritti umani. “Raccontare il mondo, difendere i diritti. Un premio rivolto a persone di genere femminile e alle nuove generazioni. Si propone di premiare tre linguaggi – quello dell’inchiesta giornalistica, quello del libro (tra fiction e non fiction) e quello dei podcast -scommettendo sulla parola come veicolo di partecipazione civile, scintilla di quella “giustizia poetica” che consente empatia e attivazione”. La premiazione ufficiale avverrà l’8 marzo, Festa delle donne. Gli altri libri concorrenti della sezione "kids" sono: L’ammiraglio si è preso il cielo di Marianna Balducci, (Edizioni Clichy 1922); La terra di nessuno, di Maria José Floriano, (Kalandraka, 2023); Una damigella non in pericolo di Bethan Stevens, (Settenove 2023), Nina. La storia di Nina Simone, di Traci N. Todd (AnimaMundi 2023).
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui