Gaza, stallo nelle trattative tra Israele e Hamas per il cessate il fuoco
Silvia Giovanrosa – Città del Vaticano
Le trattative per la tregua nella Striscia di Gaza andranno avanti nelle prossime ore. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, ci sarebbe la possibilità di una pausa nei combattimenti di pochi giorni per guadagnare tempo ed arrivare ad un più lungo e duraturo cessate il fuoco. Questo è quanto richiesto sia dai negoziatori americani che arabi, affinché tanto Israele quanto Hamas dimostrino il reciproco interesse a stabilire un accordo più lungo. Rimangono, infatti, divergenze tra le parti. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha posto come condizione necessaria, per proseguire i negoziati, un elenco di quanti siano gli ostaggi ancora in vita nelle mani di Hamas. Negli ultimi giorni infatti, il Movimento fondamentalista ha tentato di accertare il numero degli ostaggi per non far naufragare le trattative. Questo il motivo per cui Israele si è detto pronto a dare ”un’opportunità finale” alla possibilità di un accordo. Hamas, dal canto suo, ha ribadito la richiesta di uno stop permanente alle ostilità, dichiarando di non voler liberare gli ostaggi fino a quando i soldati israeliani non si saranno ritirati da Gaza.
Bloccato un convoglio di aiuti a Gaza
Il Programma Alimentare Mondiale (PAM) ha fatto sapere in una nota, che un convoglio di 14 camion è stato respinto dall’esercito israeliano, dopo aver atteso almeno tre ore al check point di Wadi Gaza. I mezzi sono stati deviati e poi fermati dalla folla che ha saccheggiato le derrate alimentari, portandone via circa 200 tonnellate. L’agenzia aveva sospeso le forniture di aiuti il 20 febbraio scorso a causa dei continui assalti ai convogli, durante i quali diversi operatori erano stati feriti. Attualmente, si legge nel comunicato, il PAM sta cercando strade alternative per raggiungere Gaza.
Nuovo appello dell’Onu per Gaza
Dall’Onu giunge un nuovo appello alla comunità internazionale, affinchè la popolazione di Gaza venga "inondata" di tutti gli aiuti necessari. "Con i bambini che muoiono di fame, questo dovrebbe essere un allarme" particolarmente urgente, ha affermato Jens Laerke, portavoce dell'agenzia umanitaria delle Nazioni Unite. Secondo quanto riportato dal ministero della Sanità palestinese, gestito da Hamas, di recente 15 bambini sono morti di fame in un ospedale di Gaza ed altri sono in grave pericolo per la malnutrizione. L’Onu, che aveva condotto una missione nella Striscia, afferma che la carestia è, a questo punto del conflitto, praticamente inevitabile.
Gli scontri al confine con il Libano
Sale ancora, intanto, la tensione al confine con il Libano. Le forze di difesa israeliane affermano di aver colpito nuove postazioni Hezbollah nel sud del Paese, dopo che oltre 30 razzi sono stati lanciati dal Libano verso Kiryat Shmona, nel nord di Israele. Di questi, 17 sono caduti in aree aperte e 13 sono stati intercettati dalle difese antiaeree delle forze israeliane. Si attendono l'avvio dei colloqui di pace per porre fine alle ostilità che inizieranno nel mese sacro del Ramadan. Lo ha affermato il primo ministro libanese, Najib Mikati. Funzionari libanesi, ha spiegato Mikati, stanno studiando proposte per giungere ad una soluzione diplomatica.
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