Nigeria, Boko Haram torna a colpire con "l'arma" dei rapimenti
Paola Simonetti – Città del Vaticano
Scomparse mentre scappavano dal campo dove erano rifugiate nella città di Gamboru, preso di mira dai ribelli nel nord-est della Nigeria. Sono fra 50 e 300 le persone, donne soprattutto, che si sospetta siano state sequestrate dal gruppo jihadista dei Boko Haram che usa sistematicamente l’arma del rapimento per estorsioni e ricatti.
Comunicazioni interrotte
La notizia di questi ultimi sequestri è giunta con ritardo rispetto alla tempistica dei fatti, per la caratteristica remota dei luoghi dove sono avvenuti e la distruzione, da parte degli stessi jihadisti, delle infrastrutture di telefonia e di telecomunicazione in generale. Le autorità dello Stato di Borno hanno fatto sapere di aver dispiegato una squadra di intervento nell'area in cui le persone sono state sequestrate, senza fornire altri dettagli.
L’arma del rapimento
Una piaga, quelle delle scomparse forzate, che funesta il Paese da oltre dieci anni, sulla quale Papa Francesco è tornato a esprimere dolore e preoccupazione nell’Angelus dello scorso 25 febbraio auspicando soluzioni per arginare un fenomeno, che colpisce civili laici e religiosi. Il più grande rapimento di massa da parte di Boko Haram è avvenuto nel 2014, quando più di 270 studentesse vennero fatte scomparire nella città di Chibok. Novantotto di esse risultano essere ancora in stato di prigionia.
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