È morto Péter Eötvös, una delle figure più importanti della musica contemporanea
Marco Di Battista – Città del Vaticano
Il 24 marzo è scomparso nella sua casa di Budapest il compositore e direttore d’orchestra ungherese Péter Eötvös. Il 2 gennaio aveva compiuto ottant’anni. Teneva molto a sottolineare che il suo luogo di nascita, la Transilvania, fosse un punto d’incontro di diverse culture. La sua vita di interprete e di compositore l’ha vissuta proprio considerando la diversità come valore, pur nel rigore, per esempio, della propria scrittura.
Nei mesi scorsi i primi segni della malattia
Come raccontano i musicisti dell’Orchestra Concerto Budapest, fino all’ultimo momento ha lottato contro la sua malattia e per la musica e con grandissima generosità aveva offerto suggerimenti agli interpreti che, proprio il giorno prima della sua morte, hanno eseguito il suo “Focus”, Concerto per sassofono e orchestra. I primi segni della malattia erano venuti fuori una decina di mesi fa mentre provava la nuova versione corretta e rivista del Concerto di Amburgo di Gyorgy Ligeti, suo amico e collega, che avrebbe dovuto dirigere e che poi, proprio per i problemi di salute non fu in grado di eseguire.
Tra i molti riconoscimenti, il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia
Leone d’oro nella Biennale Musica del 2011, Eötvös ha conquistato un ruolo importante nella musica europea sia da compositore che da direttore. In questo senso, particolarmente importante è stato senza dubbio il periodo dal 1979 al 1991, quando è stato direttore musicale dell’Ensemble InterContemporain, una delle più importanti formazioni di musica contemporanea, fondata da Pierre Boulez.
L’impegno per i giovani
Impegnato anche come educatore e pedagogo, aveva fondato un suo istituto dedicato ai giovani direttori o compositori interessati alla musica contemporanea e ai nuovi linguaggi nel 1991 e poi, nel 2004, una vera e propria fondazione.
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