I disegni dei bimbi della Cisgiordania, la speranza accanto all’inferno
Jessica Jeyamaridas - Città del Vaticano
Janusz Korczak, medico e scrittore ebreo polacco che ospitò e protesse i giovani orfani durante l’Olocausto, scrisse “i bambini non sono soldati, non difendono la loro patria, ma soffrono con essa”. Korczak implorava l’umanità di vedere la guerra attraverso gli occhi innocenti dei bambini le cui vite vengono travolte dalla violenza. Le guerre testimoniano quotidianamente che ci sono giovani vite che subiscono lesioni psicologiche a causa del conflitto.
La mostra
Le giovanissime vittime dei conflitti spesso esprimono i loro traumi attraverso i disegni, che intrecciano il dolore al desiderio di avere una vita felice. Nell'odierna Giornata mondiale del disegno, che si celebra ogni 27 aprile, e che per il 2024 ha per tema “Is it kind?”, diventano significative le espressioni grafiche dei bambini di Dheisheh, campo profughi nei pressi di Betlemme, in Cisgiordania, raccolte tra la fine dello scorso dicembre e l'inizio di gennaio dal professor Jeremy Lester, già docente di filosofia e scienze politiche in Inghilterra. Le immagini costituiscono la mostra organizzata presso il circolo culturale Nassau di Bologna col titolo “Liberare l’immaginazione: Palestina 2023-2048”. L'esposizione, finanziata da un gruppo di amici, ha come obiettivo non solo quello di presentare il vissuto traumatico della guerra, ma anche raccontare le speranze che i più piccoli nutrono per un futuro migliore, fatto di amore e pace.
I disegni
I lavori dei ragazzi esposti a Bologna sono il frutto di un programma di arte-terapia creato da Lester, che ha invitato i giovani di Dheisheh a realizzare due disegni, uno sul loro presente, il secondo sul futuro che desiderano. Uno dei disegni che tocca profondamente è quello di un ragazzo che con il suo corpo protegge un fiore dallo stivale di un soldato che vuole schiacciarlo, quasi a voler simboleggiare la protezione della vita e del futuro. Un’altra delle 50 opere che fanno parte della mostra presenta un bambino che dipinge a colori, sullo scudo di un soldato, un sole che sovrasta il profilo di una casa e di un prato. A colpire sono il giallo, il rosso e il verde che illuminano il disegno perlopiù in bianco e nero. Un’altra delle opere mostra due mani che simboleggiano un albero che si protende verso un sole sgargiante, giallo e arancio, mentre un intreccio di fiori le avvolge.
Lo standard della gentilezza
Il titolo della Giornata mondiale del disegno, "Is it kind?" vuole dare risalto all’integrazione della gentilezza nella pratica del disegno, ovvero a un mondo in cui il disegno è cortese, generoso e premuroso. Il kind design può essere partecipativo, socialmente orientato e aperto, in quest'ottica l'autore potrebbe essere pensato come un facilitatore che crea spazi di comprensione tra le persone, al di là delle differenze di identità.
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