Israele, pronto il progetto di evacuazione su Rafah
Paola Simonetti – Città del Vaticano
Due o tre settimane per allestire a Khan Younis tende-ricovero, centri per la distribuzione alimentare e strutture mediche dove trasferire, gradualmente con il coordinamento di Egitto ed Emirati Arabi Uniti, i civili che ora affollano Rafah. Questo il progetto di Israele per dare il via all’annunciata operazione militare di terra contro membri di Hamas. Ma, intanto, Khan Younis continua a rivelare l’orrore del conflitto con un bilancio sempre più alto di corpi rinvenuti, 283, in una fossa comune nei pressi dell’ospedale Nasser Medical Complex. Sullo sfondo le dimissioni del generale al comando dell'intelligence militare israeliana Haliva, che lascia per "il fallimento nel prevenire l'attacco" di Hamas del 7 ottobre scorso, costato la vita a 1400 israeliani con oltre 200 persone sequestrate.
Le violazioni dei diritti umani nel conflitto
Intanto Israele e il gruppo islamico figurano accostati nell’accusa degli Stati Uniti di crimini di guerra nel rapporto sulla situazione dei diritti umani nel mondo. Il dipartimento di Stato Usa scrive che "gruppi per i diritti umani hanno denunciato estesi, e in molti casi senza precedenti, abusi e presunti crimini di guerra commessi da Israele, da Hamas, dalla Jihad islamica palestinese e da altri gruppi militanti palestinesi". Il rapporto entra nel dettaglio, citando uccisioni, torture, rapimenti e violenze sessuali commesse da Hamas e da altri gruppi palestinesi il 7 ottobre scorso, ma anche la sparizione forzata di migliaia di palestinesi da Gaza. Un quadro complesso, sul quale, ha chiarito il segretario di Stato americano, Antony Blinken, gli Stati Uniti intendono effettuare le dovute verifiche: “Questo processo è in corso - ha aggiunto - ed è importante che prendiamo il tempo necessario per fare il nostro meglio per raccogliere fatti, informazioni e fare le nostre analisi”.
Gli aiuti umanitari a Gaza
Sollievo alla popolazione della Striscia, intanto, è arrivato ieri, lunedì 22 aprile, da 311 camion giunti per la distribuzione di beni di prima necessità, ben oltre, secondo fonti di sicurezza egiziana, la media quotidiana. Solo dal valico di Rafah, precisa l’Egitto, sono passati 50 camion, 4 cisterne di gas e 45 con acqua, prodotti alimentari, coperte e farmaci. Intenso anche il passaggio di persone: quasi mille sono entrate in Egitto: 809 residenti e palestinesi, 7 feriti, 32 malati, 115 accompagnatori, squadre mediche e delle Nazioni Unite.
Le accuse di Israele all’Unrwa
In ballo anche la denuncia del governo israeliano, all'agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso ai profughi palestinesi, di avere legami con i terroristi. "Hamas si è infiltrato così profondamente che non è più possibile distinguere dove finisce l'Unrwa e dove inizia Hamas - ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, secondo cui 2.135 dipendenti dell'agenzia Onu sono membri di Hamas o della Jihad islamica e un quinto del personale non docente delle scuole dell'agenzia è affiliata al movimento fondamentalista. Secondo la valutazione indipendente sull'Unrwa, condotta dall'ex ministra degli Esteri francese, Catherine Colonna, non vi sarebbero prove che dimostrino la veridicità delle accuse. L'indagine ha concluso che l'organizzazione ha margine di miglioramento su questioni come la neutralità o la trasparenza, ma ha escluso che le autorità israeliane abbiano presentato prove che dimostrino i legami terroristici attribuiti a molti dei suoi dipendenti.
L’incandescente fronte libanese
Prosegue, infine, l’intenso scambio di attacchi fra Israele e il Libano. Il portavoce delle forze armate israeliane ha annunciato che aerei da combattimento dell'aeronautica militare hanno preso di mira "un'infrastruttura terroristica di Hezbollah nel sud del Libano” Lo stesso portavoce ha poi confermato che alcuni missili sono stati lanciati nel tardo pomeriggio di ieri, dal sud del Libano verso l'Alta Galilea: "Sono stati rilevati circa 35 lanci di missili che hanno attraversato il territorio del Libano fino all'insediamento di Ein Zeitim, senza causare vittime".
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