Maternità surrogata, a Roma esperti di tutto il mondo per chiederne l'abolizione universale
Marco Guerra – Città del Vaticano
La dimensione globale della maternità surrogata richiede una risposta internazionale e una convenzione multinazionale: questo sarebbe l’unico approccio efficace per abolire definitivamente tale pratica che rende oggetto di un mercimonio madri e bambini. Partendo da questo assunto il 3 marzo del 2023 centinaia di esperti di ogni campo - giuristi, medici, psicologi e filosofi – provenienti da 75 diversi Paesi del mondo hanno messo a punto e firmato la Dichiarazione di Casablanca al fine di chiedere l’istituzione di un trattato che metta al bando a livello internazionale la cosiddetta GPA (Gestazione per altri). Dopo poco più di un anno dalla sua fondazione, il movimento che anima la Dichiarazione di Casablanca si ritrova oggi, venerdì 5 aprile, e domani, sabato 6, a Roma presso l’Università Lumsa per fare il punto su questo sforzo per la dignità delle donne e dei bambini. È la tappa di un’iniziativa di lungo termine, che vede anche molte associazioni familiari e gruppi di femministe impegnati a contaminare il campo politico e giuridico al fine di creare un nuovo quadro giuridico internazionale per la proibizione dell’utero in affitto.
L'iniziativa legislativa italiana
La scelta della sede di Roma per lo svolgimento di questa seconda conferenza è simbolica perché il parlamento italiano ha già approvato alla Camera un testo di legge che persegue la pratica della surrogata anche se commessa all’estero; a breve il testo passerà all’esame del Senato per l’approvazione definitiva. Si tratta di una delle prime iniziative normative di questo genere al mondo. Per questo motivo questa mattina si è svolto un confronto tra parlamentari italiane di ogni partito politico che si battono contro la gestazione per altri.
La testimonianza di Maurel, nata da GPA
Protagonista degli interventi della mattinata è stata Olivia Maurel, attivista francese, nata lei stessa tramite surrogata, che ieri ha avuto un incontro privato con Papa Francesco nel Palazzo Apostolico Vaticano. Francese, 32 anni, ora madre e moglie, la giovane ha condiviso la sua esperienza personale per richiamare l’attenzione sui limiti etici della maternità surrogata e mettere in guardia da un business in rapida espansione che, solo nel 2022, valeva 14 miliardi di euro nel mondo, secondo le stime degli esperti della Dichiarazione di Casablanca. In particolare, Maurel ha raccontato il malessere che ha vissuto fin da bambina dovuto ai traumi da sindrome di abbandono. “Per nove mesi mia madre mi ha nutrita e portata nel suo ventre – ha spiegato – poi, appena nata, sono stata subito messa in incubatrice e successivamente mi hanno raccontato che cercavo mia madre alla quale era stato proibito anche di allattarmi”.
Maurel ha quindi parlato delle sue fragilità psicologiche che da adolescente l’hanno portata ad avere dipendenze e alla necessità di avere rapporti umani autentici". Poi nel 2021 ha sentito il bisogno di fare un test del Dna per ricostruire quella che definisce “la sua storia”; in questo modo ha scoperto di avere un fratello a New York. “Questo percorso mi ha portato a completare il mio puzzle”, ha detto, "ho provato sollievo anche un sentimento di rabbia, pensando a quanto questa pratica possa fare male ad altri bambini”.
L’Incontro con il Papa
Intervistata da Vatican News Maurel ci ha tenuto a sottolineare che lei, atea, desiderava incontrare il Pontefice non come figura religiosa bensì come capo di Stato e soprattutto voce morale dopo il suo vigoroso appello pubblico nel discorso agli ambasciatori presso la Santa Sede dell’8 gennaio, in cui Francesco denunciava che “la pratica della maternità surrogata nuoce gravemente alla dignità delle donne e dei bambini”. Maurel ha quindi ringraziato il Papa per queste parole: “Ci ha supportati molto, è un uomo dal grande cuore, con uno spirito gentile, è un uomo davvero eccezionale e, al tempo stesso, molto umile. Ha scherzato con noi e ha voluto ricordarmi che anche nella difficoltà delle situazioni dobbiamo sempre mantenere il buonumore. È stato incredibile”.
Wachowski: derive del post umano
Molto significativo è stato anche l’intervento del sotto-segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, monsignor Mirosław Stanisław Wachowski, il quale ha messo in evidenza alcune implicazioni antropologiche e sociali della maternità surrogata: “La maternità surrogata induce alla spersonalizzazione e alla “a-corporalità” della trasmissione della vita. Sembra che il corpo della donna sia un fattore sostituibile, quando invece esistono alcune azioni umane in cui nessuno è sostituibile, ad esempio il rapporto sessuale”, ha detto. “La maternità è sempre anche un processo esistenziale, personale, spirituale e corporale – ha aggiunto Wachowski -. Trasformare, invece, la procreazione in una forma di produzione rivela un decadimento della percezione dell'umano verso le derive del post-umano. L'uomo, svuotato del significato antropologico unitario, rimane malleabile e plasmabile secondo il desiderio dei più forti e dei più ricchi”.
Serve un fronte largo
Infine monsignor Wachowski ha lanciato un monito per condurre l’impegno per il bando universale della maternità surrogata: “È importante evitare di dare l'impressione che questa sia una battaglia dei cattolici”. Il rappresentante della Segreteria di Stato ha sottolineato che si tratta infatti di una battaglia di civiltà, alla quale devono aderire persone di estrazione, fede e origine diverse: “Insomma tutte le persone di buona volontà, come si dice sempre nei documenti pontifici”. Anche perché "per raggiungere un divieto internazionale serve un fronte di intesa largo, che porti avanti tale obiettivo. Dunque, non ci si deve rinchiudere tra coloro che la pensano esattamente allo stesso modo, ma occorre aprirsi ad alleanze pragmatiche per la realizzazione di uno scopo comune”.
Il contributo delle associazioni famigliari
La due giorni a Roma è animata in maniera decisiva anche dalle Associazioni famigliari. All’auditorium della Lumsa era presente Vicenzo Bassi della Federazione delle Associazioni Familiari Cattoliche in Europa (Fafce) e Adriano Bordignon del Forum italiano delle Famiglie, realtà che “ha voluto sostenere questa iniziativa di Casablanca perché incide sulle famiglie fin dalla loro genesi, la questione della vita, del dono, della cura e della gratuità sono essenziali, tutelare i bambini e le madri e fondamentale”. Vincenzo Bassi, come avvocato, ha evidenziato invece che esponenti di ogni tradizione religiosa, politica e sociale vogliono dimostrare che non esiste un'opinione pubblica a favore della pratica della maternità surrogata. “Stiamo cercando di arrivare in alto partendo dal basso – ha affermato Bassi – dicendo che nessuno potrà mai sostenere che esiste un diritto ad avere bambini, essere genitori è un servizio e un dono a favore della vita nascente”.
Confronto tra parlamentari
La sessione mattutina dei lavori di oggi si è conclusa con la tavola rotonda tra numerose parlamentari di tutti gli schieramenti politici italiani. Elena Bonetti ha evidenziato che non esiste un diritto al figlio nell’ordinamento italiano, mentre Simonetta Martone ha esortato ad elevare il dibattito parlamentare su questioni etiche e non meramente tecniche della pratica della GPA. Luana Zannella, da parte sua, ha rimarcato che bisogna “curare” questo approccio che tiene insieme tante sensibilità e che la tecno-scienza rischia di far saltare la relazione tra madre e figlio. Infine Valeria Valente ha messo in risalto le clausole contrattuali disumane che stanno alla base dei contratti firmati dalle madri surrogate. Tutte hanno concordato sulla necessità di una convezione internazionale per abolirla.
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