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Cittadini di Istanbul festeggiano la vittoria del sindaco Ekrem Imamoglu Cittadini di Istanbul festeggiano la vittoria del sindaco Ekrem Imamoglu 

Turchia, trionfa l'opposizione nelle elezioni amministrative: crolla Erdoğan

Il Partito Popolare Repubblicano, principale rivale dell’Akp, conquista la vittoria nelle maggiori città del Paese, comprese Ankara e Istanbul, raccogliendo consensi anche nelle zone più conservatrici del Paese. Il presidente turco accetta la sconfitta: “Rispetto assoluto per la volontà popolare”

Gianmarco Murroni - Città del Vaticano

Il Partito conservatore del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan si è risvegliato ieri, 2 aprile, dopo la più pesante sconfitta della propria storia. Le elezioni amministrative in Turchia, svoltesi il 31 marzo, hanno chiamato alle urne ben 61 milioni di elettori che hanno premiato in molte zone del Paese il Partito Popolare Repubblicano, principale rivale dell’Akp. Non solo Ankara e Istanbul, ma anche diverse città tra le più conservatrici hanno consegnato la vittoria all’opposizione laica: tra queste spicca Bursa, importante centro industriale da sempre roccaforte dell’Akp. Conferme del Chp, invece, in altre grandi città come Izmir, Adana e Mersin. Dopo 22 anni l'Akp perde lo scettro di prima forza del Paese e per la prima volta scende sotto il 36%, mentre il Chp dopo 25 anni supera il limite del 27% e conquista il 37%.

I risultati

Il maggior partito di opposizione ha dominato sulla costa del mare Egeo e del Mediterraneo e ha tolto all'Akp alcune province nell'Anatolia centrale. Qui, il Partito conservatore ha perso anche alcune città a favore dell'islamista Yeniden Refah Partisi e del partito di estrema destra nazionalista Mhp, formazioni che alle presidenziali dello scorso anno sostenevano Erdoğan e sono entrate in Parlamento, ma alle amministrative hanno deciso di correre da soli. Il partito filocurdo e di sinistra Dem si è confermato la principale forza nel sud est del Paese, al confine con la Siria e con l'Iraq. Il Dem ha aumentato il proprio bacino elettorale nella regione a maggioranza curda e conquistato più province rispetto alle consultazioni di cinque fa, quando, nonostante la vittoria, il Governo decise di rimuovere molti dei sindaci eletti, accusati di vicinanza con il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), ritenuto terrorista da Ankara.

Vittoria a Istanbul

“È finito il declino della democrazia. Mentre celebriamo la nostra vittoria, mandiamo al mondo un messaggio", ha detto, festeggiando il successo a Istanbul - dove si è aggiudicato oltre il 51% dei Consensi - Ekrem Imamoglu, il sindaco ormai considerato come il più forte avversario di Erdoğan. Imamoglu, dopo aver sconfitto il candidato dell'Akp Murat Kurum con un ampio margine, ha definito il risultato nella città sul Bosforo come "un faro di speranza e una testimonianza della resilienza dei valori democratici contro il crescente autoritarismo", mentre la folla lo acclamava con musica e bandiere turche sotto la sede del Comune.

Scenari futuri

Sempre Erdoğan, dalla sede del proprio partito nella capitale Ankara, ha ammesso la sconfitta, ribadendo però “il rispetto assoluto per la volontà popolare". "Abbiamo perso e non ce lo aspettavamo - ha affermato - ma le elezioni sono il momento in cui il popolo indica la strada che vuole intraprendere. Sta a noi imparare dagli errori". Ora lo scenario si sposta al 2028, quando la Turchia voterà per il nuovo presidente: Erdoğan ha lasciato intendere che non si presenterà alle prossime elezioni; l’opposizione, uscita rinvigorita dalle amministrative e con maggiori risorse a disposizione, è pronta a lanciarsi alla guida del Paese.

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02 aprile 2024, 08:23