La Giornata dell’Europa tra luci e ombre, Giovagnoli: la pace oggi in sofferenza
Giulia Mutti – Città del Vaticano
In un contesto caratterizzato da guerre sempre più sanguinose, la Giornata dell'Europa che si celebra oggi, 9 maggio, rappresenta un momento di riflessione per tutti gli europei che credono ancora nel progetto di collaborazione messo in pratica nel 1950, quando Robert Schuman, allora ministro degli Esteri francese, rilasciò la sua storica dichiarazione in cui proponeva a Francia e Germania di unire le loro produzioni di carbone e acciaio, fondando così la CECA. “L'Europa non si farà di colpo, né con una costruzione d'insieme - diceva Schuman - essa si farà attraverso delle relazioni concrete creando prima di tutto una solidarietà di fatto”. Dunque, Schuman credeva in una collaborazione concreta tra Stati con l’obiettivo di mantenere la pace all’interno dei confini europei. “La sfida dell’Europa – commenta a Vatican News Agostino Giovagnoli, docente di Storia Contemporanea all’Università cattolica di Milano - è quella di non abituarsi al clima di guerra presente nel mondo”.
Sfide piccole e grandi dell’Europa
“La storia d’Europa è una lunga storia di successo - spiega Giovagnoli - tuttavia manca ancora molto alla costruzione europea perché sia nella pienezza delle funzioni che deve esercitare. Bisogna ricordare che il successo dell’Unione Eropea è proprio in termini di pace perché da 75 anni nel cuore dell’Europa non ci sono state più guerre”. Certamente ci sono ancora molte sfide che gli Stati europei devono affrontare. “Oggi i Paesi sono inadeguati - commenta - ad affrontare le grandi sfide del mondo globalizzato, c’è sempre più la spinta a costruire nuovi muri, come simbolo di divisione, e la sfida è quella di perseguire, invece, la pace”.
L’esercito di difesa comune europeo
Per affrontare le sfide attuali, il Vecchio Continente deve avere una visione comune anche sul fronte delle armi. “L’Europa deve avere più forza e per questo - sottolinea il professore - si sta pensando alla creazione di un esercito di Difesa Comune”. Già nel 1952 i padri fondatori tra cui Schuman, Adenauer e soprattutto De Gasperi provarono a creare una difesa comune, ma l’idea non venne accolta positivamente da tutti i membri dell’Unione. Di fatto davanti al conflitto in Ucraina, a quello in Medio Oriente e alle innumerevoli crisi contemporanee “l’esercito ha una grande importanza - spiega Giovagnoli - perché per l’Europa significa parlare con una voce sola sulle grandi questioni internazionali”.
Le parole del Papa
Giovagnoli richiama le parole di Papa Francesco all’Urbi et Orbi del 31 marzo 2024 quando ha chiesto al mondo di non cedere alla logica delle armi ricordando l’importanza degli interventi diplomatici: “Non lasciamo che venti di guerra sempre più forti spirino sull'Europa e sul Mediterraneo. Non si ceda alla logica delle armi e del riarmo. La pace non si costruisce mai con le armi, ma tendendo le mani e aprendo i cuori”, ha detto il Pontefice. Appelli preziosi, secondo lo storico: "Papa Francesco non si stanca mai di insistere sul tema della pace in connessione all’Europa, perché oggi la tentazione è quella di assuefarci alla guerra e questo è un grande pericolo. Dobbiamo insistere sul tema della pace. Tutti noi dobbiamo operare perché la guerra finisca e finisca al più presto perché ogni giorno in più vuol dire morti, vittime e distruzione”.
I leader europei
In questa giornata i presidenti delle istituzioni europee hanno scelto luoghi simbolo per riflettere sull’importanza del progetto europeo. La presidente dell’Euro-parlamento, Roberta Metsola è tornata in Ucraina, dove nel 2022 il clima di pace è stato interrotto dall’invasione russa. "Ritorno nella terra dei coraggiosi”, scrive la presidente sul suo account X. Diversamente la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha scelto di celebrare la Festa a Vilnius, in Lituania. "È un vero onore celebrare questo giorno speciale con il popolo lituano - scrive sempre sulla piattaforma social - questo è il luogo dove i lituani hanno detto no all'occupazione e hanno ristabilito l'indipendenza del Paese”. Parole di speranza arrivano dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, attraverso un video social, in cui dice: “Oggi, Giornata dell'Europa, è il momento di riaffermare la nostra determinazione a continuare a costruire, pezzo dopo pezzo, questo progetto europeo che ci unisce tutti”. Di fatto come avevano deciso i padri fondatori nel motto dell'UE, tutti gli europei devono essere “uniti nella diversità”.
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