Stallo nei negoziati per un cessate il fuoco a Gaza. Nuove vittime a Rafah
Paola Simonetti – Città del Vaticano
Nulla di fatto al tavolo negoziale al Cairo per una tregua nella Striscia e il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas che ribadisce con determinazione la richiesta di porre fine all'aggressione con il ritiro israeliano dalla area per il ritorno degli sfollati, un’intensificazione dei soccorsi e scambio di prigionieri. I colloqui in Egitto riprenderanno domani, martedì 7 maggio. A impensierire Israele il blocco statunitense dell’invio di munizioni, primo provvedimento di questo tipo dall’inizio del conflitto.
Israele spegne Al Jazeera
Nel frattempo, il governo israeliano ha deciso, all'unanimità, di chiudere la sede locale della rete televisiva qatariota, Al Jazeera. Un provvedimento "pericoloso", lo ha definito il capo dell'ufficio dell'emittente in Israele, Walid Al-Omari che ha sottolineato come l'azione rappresenti una presa di posizione contro l'emittente ma anche contro i media internazionali in generale perché è chiaro - ha aggiunto Al-Omari-, che si vuole impedire a tutti di sapere cosa sta succedendo in questa guerra, a Gaza, in Israele, in Cisgiordania.
Nuove vittime sul campo
Nella Striscia si continua a morire: raid israeliani su Rafah hanno provocato almeno 16 morti. Dal canto loro le forze israeliane denunciano la morte di tre soldati e il ferimento di altri 9 in un attacco lanciato da Hamas al confine con Gaza: alcuni proiettili hanno colpito infrastrutture militari e civili, inclusa una casa nel kibbutz di Kerem Shalom.
Israele chiede evacuazione dei palestinesi
Intanto, si profila l’attuazione della preannunciata operazione israeliana di terra su Rafah: l’esercito ha iniziato a esortare i palestinesi a lasciare i quartieri orientali della zona per spostarsi nelle aree di al-Mawasi e Khan Younis. L’invito arriva con una campagna informativa messa in campo su più canali: con volantini in lingua araba lanciati da aerei, a cui saranno affiancati da sms, chiamate telefoniche e annunci sui media. Un'operazione di spostamento dei civili che l'esercito israeliano definisce "temporanea" e " su scala limitata". Nell'area ci sono attualmente centinaia di migliaia di sfollati palestinesi.
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