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Il tentativo di golpe in Bolivia Il tentativo di golpe in Bolivia   (ANSA)

Bolivia, tentato golpe. Arrestato il generale ex comandante dell'esercito

Ore di caos e tensione ieri nel Paese latinoamericano scosso dal tentato colpo di Stato messo in campo dal destituito Juan José Zuñiga. Poi il ripristino dell’ordine da parte di nuovi vertici militari

Paola Simonetti – Città del Vaticano

È durato circa tre ore il tentativo di copo di Stato in Bolivia, stroncato dall'immediata reazione del governo boliviano all’irruzione, nel palazzo dell’esecutivo nella capitale boliviana, La Paz, di un centinaio di soldati su mezzi blindati mentre era riunito l’intero gabinetto del presidente, Luis Arce.

Obiettivo del golpe “ripristinare la democrazia”

Il tentato golpe, organizzato dal generale  ex comandante dell’esercito, Juan José Zuñiga, destituito due giorni fa dopo aver minacciato l'ex presidente Evo Morales, era stato organizzato sull’onda del progetto di nominare un nuovo governo per, nelle intenzioni dei rivoltosi, “ristabilire la democrazia”. Un’operazione finita sotto le telecamere delle tv locali, rientrata in poche ore dopo la nomina di nuovi vertici militari: il neo generale, Jose Wilson Sanchez Velasquez, infatti ha ordinato a tutti i militari di fare immediato ritorno nelle caserme e di "evitare spargimento di sangue". Rapida la risposta con lo stesso Zuñiga, che ha lasciato il campo, per poi essere arrestato per "tentato golpe”. A dare sostegno al governo è stata anche la popolazione scesa in piazza dopo essere stata chiamata a raccolta dal presidente boliviano per "difendere la democrazia”. 

La solidarietà della comunità internazionale

Unanime la vicinanza alla Bolivia da parte di molti Stati, in testa l’Unione europea con l’Alto rappresentante, Josep Borrell, che ha “condannato qualsiasi tentativo di sconvolgere l’ordine costituzionale e di rovesciare i governi democraticamente eletti”. Il premier spagnolo, Pedro Sànchez, ha “inviato al governo di Bolivia e al suo popolo appoggio e solidarietà”. A fianco della Bolivia si è detta anche Cuba, mentre il ministero degli Esteri italiano ha fatto sapere che “con l’Unità di Crisi e l’Ambasciata d’Italia in Bolivia sta monitorando la situazione a La Paz” e che il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, “ne segue l’evoluzione”. Un appello alla calma è stato lanciato dagli Stati Uniti con una dichiarazione della Casa Bianca che ha precisato di seguire gli sviluppi in Bolivia.

La reazione della Chiesa boliviana 

Una operazione sovversiva quella odierna, sulla quale ha espresso la sua posizione anche la Conferenza Episcopale Boliviana: "Di fronte agli eventi accaduti oggi, alla presenza militare nelle vicinanze del Palazzo del Governo - si legge in un comunicato-, ripudiamo qualsiasi azione che vada contro il disturbo della stabilità democratica del nostro Paese". I vescovi locali ribadiscono che "la coesistenza pacifica deve essere garantita da ogni istituzione pubblica. Chiediamo che venga rispettato l'ordine costituzionale e che si trovino spazi di dialogo per risolvere i conflitti. La nostra Madre Vergine Maria, Regina della Pace - conclude il comunicato-, interceda per tutti, in particolare per la situazione sociale che vive il nostro Paese.

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27 giugno 2024, 07:48