Cuamm, bilancio sociale 2023. In Africa, “senza salute non si cresce e non c'è futuro"
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
L’aumento dei Paesi assistiti, oltre due milioni di pazienti, più di 4 mila operatori sanitari formati, sono solo alcune delle importanti novità contenute nel bilancio sociale 2023 presentato ieri, venerdì 28 maggio, a Padova, da Medici con l’Africa Cuamm, organizzazione non governativa sanitaria impegnata in nove Paesi dell’Africa sub-Sahariana: Angola, Etiopia, Mozambico, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Uganda e, dal 2023, anche Costa d’Avorio, piazzato al 166° posto su 193 nella classifica dell’Indice di sviluppo umano, dove, spiega Giovanni Putoto, responsabile della Programmazione e ricerca operativa, in alcune zone c’è un solo ospedale di 120 posti letto per una popolazione di 750 mila abitanti, dove le donne che sono costrette a partorire per terra in ospedale e dove l’impegno del Cuamm è orientato a migliorare i servizi di assistenza sanitaria, soprattutto quelli materno-infantili e a potenziare la formazione dello staff locale”.
I numeri sono vite: mamme e bambini
I numeri dell’impegno del Cuamm nei nove Paesi sono imponenti: 2.063.313 pazienti, con 1.007.608 visite ai bambini sotto i 5 anni, 307.183 visite pre-natali, 266.976 parti assistiti, 26.363 pazienti in terapia antiretrovirale, 10.661 trasporti per emergenze ostetriche, 4.236 bambini malnutriti trattati, 4.245 operatori sanitari formati. “Dietro questi numeri, ci sono vite, storie, persone, mamme e bambini”, indica Fabio Manenti, responsabile del Settore Progetti del Cuamm. E poi ci sono Paesi come l’Uganda e la Tanzania nei quali il contesto è stabile e di sviluppo, ma anche Paesi “instabili e fragili, dove le emergenze umanitarie sono all’ordine del giorno”, come Etiopia, Sud Sudan, Repubblica Centrafricana. Sono questi esempio di quanto racconta Manenti, che ricorda come “l’80% delle migrazioni rimane in Africa ed è per lo più formata da sfollati interni, che si spostano per motivi di insicurezza, carestia o per gli effetti dei cambiamenti climatici. E, insieme, da rifugiati, persone che a causa della guerra scappano in un altro Paese”.
Risorse umane e risorse economiche
“Anche quest’anno – è la conclusione di don Dante Carraro, direttore di Cuamm – è continuato l’impegno per garantire il diritto alle cure per i più poveri, in Africa”. Carraro quindi ricorda “il dovere di essere vicino alle persone più fragili, soprattutto quando le situazioni si complicano”. Tra tutti, un dato estremamente doloroso non lascia indifferenti e chiede una risposta fatta di risorse umane ed economiche: ancora oggi, sono 280 mila le mamme che muoiono di parto ogni anno, per la maggior parte in Africa sub-Sahariana. “Senza salute – è la devastante constatazione - non si cresce e non c’è futuro”.
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