Gaza, il Consiglio Sicurezza Onu approva il piano Biden per il cessate il fuoco
Marco Guerra - Città del Vaticano
Un primo scambio di anziani, malati e donne in ostaggio con prigionieri palestinesi detenuti in Israele, avverrebbe nel corso di un cessate il fuoco iniziale di sei settimane. La tregua poi si trasformerebbe in una fine permanente delle ostilità e nel rilascio di tutti gli ostaggi attraverso successive discussioni. Questo è il cuore della cosiddetta proposta Biden per arrivare ad una pace stabile tra Israele e la Striscia di Gaza, approvata ieri al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con 14 voti favorevoli e l’astensione della Russia.L’iniziativa comporterebbe infine l'avvio di un importante sforzo di ricostruzione.
Governo israeliano cauto
Il testo ha ottenuto il sostegno anche della missione palestinese all’Onu. La risoluzione afferma che Stati Uniti, Qatar ed Egitto "lavoreranno per garantire che i negoziati continuino fino a quando tutti gli accordi non saranno raggiunti e la fase due potrà iniziare". Secondo gli Usa Israele hanno accettato i termini del cessate il fuoco, ma il primo ministro Netanyahu resta rimasto cauto, perché legato all’appoggio della componente dell'estrema destra della sua coalizione, soprattutto dopo le dimissioni del ministro centrista Benny Gantz.
Prosegue tour di Blinken
Le trattative comunque proseguono oggi in Giordania nell’abito dell’ottavo tour diplomatico, dal 7 ottobre scorso, del segretario di Stato Usa Antony Blinken. Le prime tappe sono state in Egitto e in Israele, dove ha incontrato Fattah Al Sisi e Benyamin Netanyahu. Al di là del pronunciamento del Consiglio di Sicurezza, la tregua resta un obiettivo ancora lontano da raggiungere. Hamas insiste per ottenere una cessazione completa delle ostilità in cambio del sì all'accordo con Israele e liquida la posizione di Blinken come "di parte". Mentre sul fronte israeliano l'intesa viene ostacolata dall'ala più radicale del governo.
Le vittime
Sul terreno intanto non si fermano le violenze. Ieri sera 4 morti in Cisgiordania e 5 in Libano per i raid israeliani, mentre nella Striscia di Gaza il numero delle vittime è salito ad almeno 37.164 da quando è iniziata la rappresaglia israeliana. Pesante anche il tributo di sangue di Israele, stamane l'esercito ha annunciato la morte di quattro soldati, "uccisi nei combattimenti nel sud di Gaza" nella giornata di ieri, senza fornire ulteriori dettagli su quanto accaduto. L'ultimo aggiornamento porta a 650 le vittime fra i militari israeliani, a più di otto mesi dall'inizio della guerra contro i militanti di Hamas.
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