Israele, le dimissioni di Benny Gantz. Sul terreno si allarga il conflitto
Stefania Ferretti – Città del Vaticano
Il ministro del Gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz, come atteso, ha deciso di lasciare il governo: "Netanyahu ci impedisce di procedere verso la vera vittoria, pertanto, oggi lasciamo il governo di emergenza, con il cuore pesante, ma intatto". Queste le parole con le quali il ministro ha annunciato ieri le sue dimissioni e l'uscita del suo partito Unità Nazionale dal governo di coalizione, Una mossa che era attesa da giorni, ma che Gantz aveva deciso di posticipare dopo l'operazione dell'esercito israeliano che, nella mattina di sabato, ha portato alla liberazione di 4 ostaggi nel campo profughi di Nuseirat, al centro della Striscia di Gaza. Dopo le dimissioni di Benny Gantz, il responsabile della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben Gvir, ha chiesto ufficialmente di entrare a far parte del governo di emergenza israeliano costituito per affrontare il conflitto con Hamas nella Striscia di Gaza.
Onu: voto per un accordo per il cessate il fuoco
Senza specificare la data della votazione, gli Usa hanno intanto chiesto un voto del Consiglio di Sicurezza dell'Onu sulla loro bozza di risoluzione per l'accordo di cessate il fuoco a Gaza ed è stata annunciata una nuova missione in Medioriente per il segretario di Stato americano, Antony Blinken.
La visita di Blinken in Israele
Blinken, prima di incontrare il premier israeliano Benjamin Netanyahu, sarà al Cairo per colloqui con il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi. Sul tavolo delle trattative, il rilascio di ulteriori ostaggi e uno stop alle ostilità che potrebbe portare al completo ritiro delle forze israeliane da Gaza.
La guerra
Il conflitto non riguarda solo la Striscia. Per la prima volta da quando è scoppiata la guerra in Medioriente, oggi una cellula di Hezbollah ha lanciato dei missili antiaereo contro velivoli da combattimento israeliani nel sud del Libano, mentre due palestinesi sarebbero stati uccisi in altrettanti raid israeliani in Cisgiordania.
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