Alcuni palestinesi cercano sopravvissuti sotto le macerie al campo profughi di al-Bureij Alcuni palestinesi cercano sopravvissuti sotto le macerie al campo profughi di al-Bureij  (AFP or licensors)

Medio Oriente, Biden: due Stati. Netanyahu scioglie il gabinetto di guerra

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in un messaggio di auguri rivolto ai musulmani di tutto il mondo per la festa del Eid al-Adha, ha riconosciuto le terribili circostanze in cui gli abitanti di Gaza si trovano quest'anno. Gli Stati Uniti stanno lavorando per " portare la pace" nella Striscia di Gaza e perché venga riconosciuta la necessità di creare due Stati, ha sottolineato

Silvia Giovanrosa - Città del Vaticano

Il presidente statunitense, Joe Biden, in occasione della festa musulmana dell' Eid al – Adha, ha riconosciuto il terribile momento che sta vivendo la popolazione palestinese: "Troppe persone innocenti sono state uccise, tra cui migliaia di bambini. Le famiglie sono fuggite dalle loro case e hanno visto le loro comunità distrutte. Il loro dolore è immenso". Così in una nota pubblicata sul sito della Casa Bianca. Il presidente statunitense ha poi sottolineato come il Paese stia lavorando alacremente per “porre fine alla guerra”, il che significa un aumento degli aiuti umanitari e la necessità di prevedere una soluzione in due Stati. "Credo fermamente che la proposta di cessate il fuoco in tre fasi che Israele ha fatto ad Hamas e che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato sia il modo migliore per porre fine alla violenza a Gaza e, in definitiva, porre fine alla guerra", ha concluso Biden.

Netanyahu scioglie il gabinetto di guerra

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyhau ha sciolto il gabinetto di guerra, creato l'11 ottobre, per gestire le campagne contro Hamas e Hezbollah. Netanyahu dovrebbe, d'ora in poi, limitarsi a svolgere consultazioni ristrette, in parte già avvenute alla presenza, tra gli altri, del ministro Yoav Gallant. La decisione è stata presa dopo le dimissioni di Benny Gantz e dopo la richiesta del ministro della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben Gabir e di quello delle Finanze, Bezalel Smotrich, entrambi leader di destra radicale, di entrare a farne parte.

Pause tattiche dai combattimente a sud di Gaza

Dalle 8 del mattino alle 19, dunque per 11 ore, da ieri, domenica 16 giugno, si fermano i combattimenti nella zona sud della Striscia di Gaza, più precisamente lungo il passaggio che va dal valico di Kerem Shalom alla Salah al-Din Road, e poi in direzione nord verso l'area di Khan Younis. Il percorso attraverso il quale transitano sostanzialmente tutti gli aiuti umanitari. Una lunga striscia di strada, spesso bombardata, dove negli ultimi mesi è molto rallentato il passaggio dei camion a causa dei combattimenti. L’esercito ha deciso, in maniera inaspettata, di aprire questo corridoio. La pausa tattica non ha nulla a che vedere con l’ipotesi di tregua che viaggia, ovviamente, su altri tipi di canali, diplomatici e politici, e che per il momento è in una fase di stallo.

La situazione a sud della Striscia di Gaza

Il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite ha avvertito che la parte meridionale della Striscia di Gaza potrebbe presto raggiungere gli stessi livelli di fame riscontrati nella parte nord, dove al momento la situazione sta leggermente progredendo. L'agenzia di soccorso delle Nazioni Unite per i palestinesi (UNRWA) ha dichiarato sabato che oltre 50mila bambini a Gaza necessitano di cure per malnutrizione acuta. L’Onu ha appreso con favore l’annuncio della pausa tattica voluta dall’esercito di Israele, ma come dichiarato da Jens Laerke, portavoce dell'agenzia di emergenza delle Nazioni Unite, “questo annuncio naturalmente non si è ancora tradotto in un aumento degli aiuti per le persone bisognose".

Frizione tra l'esercito israeliano e Netanyahu

Il ministro Israeliano della Difesa, Yoav Gallant, non sarebbe stato a conoscenza di quanto deciso dall’esercito di Israele. Questo è quanto riferito dal sito di notizie israeliano Ynet, secondo cui Gallant non è stato informato in anticipo della scelta di attuare uno stop ai combattimenti nella zona meridionale della Striscia di Gaza, ne avrebbe dato la sua approvazione. Immediata la reazione contraria del premier, Benjamin Netanyahu, che avrebbe dichiarato: "Abbiamo un Paese con un esercito, non un esercito con un Paese".

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17 giugno 2024, 07:45