Unhcr: guerre e crisi, in dieci anni raddoppiato il numero di persone in fuga
Paolo Ondarza – Città del Vaticano
È in drammatico aumento il numero delle persone costrette a lasciare le proprie case secondo la fotografia scattata dall'ultimo rapporto Global Trends 2024 dell'UNHCR, l’Agenzia Onu per i rifugiati.
Un trend in crescita a causa di guerre e crisi
Il numero di questi ultimi e degli sfollati ha toccato quota 120 milioni nel mese scorso, segnando un incremento significativo rispetto agli anni precedenti e confermando un trend in crescita da dodici anni. Nuovi conflitti e crisi irrisolte che continuano a costringere milioni di persone alla fuga alimentano questo fenomeno. Secondo il rapporto Global Trends la stragrande maggioranza dei rifugiati è ospitata in Paesi limitrofi a quelli della crisi, il 75% ha trovato accoglienza in Paesi a basso e medio reddito che insieme producono meno del 20% del reddito mondiale, mentre il 21% è riparato in Paesi meno sviluppati, già in difficoltà economiche.
Il mappamondo delle crisi
Particolarmente grave la crisi in aree come il Sudan dove il devastante conflitto ha provocato oltre 7 milioni di nuovi sfollati interni e quasi 2 milioni di rifugiati transfrontalieri solo nell'ultimo anno. Situazioni simili si osservano nella Repubblica Democratica del Congo e in Myanmar, con milioni di persone costrette alla fuga dalle violenze. La guerra in corso nella Striscia di Gaza ha portato il 75% della popolazione a spostarsi, mentre la crisi più vasta resta quella siriana con 13,8 milioni di persone ancora in fuga. Secondo Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, è “urgente” affrontare “le cause profonde degli sfollamenti forzati": “Senza una cooperazione migliore e sforzi concertati per affrontare conflitti, violazioni dei diritti umani e crisi climatica, il numero di persone costrette alla fuga continuerà a crescere, portando nuova miseria e costose risposte umanitarie".
Necessaria una distribuzione globale più equa
Secondo l'Internal Displacement Monitoring Centre, il numero di persone che fuggono rimanendo all'interno dei propri paesi è in aumento del 50% negli ultimi cinque anni e ha raggiunto i 68,3 milioni. Il 73% dei rifugiati sotto il mandato Unhcr proviene da Afghanistan, Siria, Venezuela, Ucraina e Sudan. L'Afghanistan, in particolare, rappresenta la popolazione di rifugiati più numerosa, con un rifugiato su sei sotto il mandato Unhcr. Iran, Turchia, Colombia, Germania e Pakistan sono invece i Paesi che ospitano il maggior numero di rifugiati: rispettivamente 3,8 milioni, 3,3 milioni, 2,9 milioni, 2,6 milioni e 2 milioni. Numeri che mettono in evidenza la necessità di una distribuzione più equa delle responsabilità a livello globale.
In Italia, le persone titolari di protezione internazionale alla fine del 2023 erano invece circa 138.000, i richiedenti asilo 147.000 e oltre 161.000 i cittadini ucraini titolari di protezione temporanea, mentre si stimano circa 3.000 le persone apolidi.
Le buone pratiche
Non solo ombre, anche luci emergono dal rapporto nel quale si sottolineano le numerose buone pratiche per favorire l’inclusione dei rifugiati. È il caso del Kenya dove un’iniziativa del governo ha previsto misure rivolte all’inclusione dei circa 600mila rifugiati per lo più somali e sud sudanesi. In Italia, l'UNHCR collabora con aziende e amministrazioni locali per migliorare l'accesso ai servizi e promuovere l'integrazione lavorativa dei rifugiati. Offrire ai rifugiati l’opportunità di arrivare attraverso canali regolari e sicuri come i corridoi umanitari, universitari, e lavorativi, le evacuazioni di emergenza ed il reinsediamento che permettono loro di ricostruirsi un futuro in dignità, è un impegno che caratterizza l’Italia. Il rapporto Global trends mostra che, a livello mondiale, più di 5 milioni di sfollati interni e 1 milione di rifugiati sono tornati a casa nel 2023. “I rifugiati e le comunità che li ospitano”, aggiunge Grandi, “hanno bisogno di solidarietà e di aiuto. Possono contribuire alla società, e lo fanno, quando sono inclusi”.
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