Saper fare un passo indietro
Alessandro Gisotti
Rinunciare costa. E molto. Non bisogna necessariamente rivestire un posto di potere o un incarico di grande rilevanza. A volte anche rinunciare a una nostra consolidata abitudine di lavoro o a una posizione conquistata con fatica può risultare molto difficile. Ecco perché ogni volta che una personalità di rilievo pubblico sceglie di fare un passo indietro, di congedarsi, coglie immediatamente la simpatia e la stima dell’opinione pubblica. Lo abbiamo sperimentato in modo eclatante l’11 febbraio del 2013 con la storica rinuncia al ministero petrino di Benedetto XVI. Lo cogliamo – seppur in un ambito diverso – altrettanto evidentemente in queste ultime 24 ore dopo che il presidente statunitense Joe Biden ha annunciato che fermerà la sua corsa per un secondo mandato alla Casa Bianca, lasciando al suo partito la scelta di un nuovo candidato per sfidare Donald Trump (Biden ha tuttavia già indicato nella vice presidente Kamala Harris la sua preferenza per succedergli allo Studio Ovale).
Come è noto la decisione era nell’aria da tempo e in molti, tra gli esponenti di spicco del Partito Democratico, avevano chiesto con insistenza a Biden di rinunciare alla candidatura per la rielezione. Tuttavia la scelta ultima spettava all’inquilino della Casa Bianca ed è quindi da ascrivere a lui la personalissima e certo non facile decisione di non concorrere per altri quattro anni da presidente. Una scelta nobile, che – come diversi osservatori hanno constatato – pone il bene del Paese al di sopra dei propri interessi personali. E questo al di là delle valutazioni politiche sulla sua presidenza che volge dunque al termine. Nel 1999 compì una scelta simile – e per certi aspetti anche più forte ed evocativa – Nelson Mandela che rinunciò a candidarsi per un secondo mandato presidenziale e si ritirò dalla vita pubblica. Aveva sconfitto l’apartheid, aveva avviato la riconciliazione del suo amato Sud Africa. Ora era tempo di lasciare agli altri la raccolta della semina che gli era costata 27 anni di carcere.
Il tempo della politica del resto può essere molto fecondo anche in periodi brevi: a Joe Biden restano “solo” 6 mesi prima del passaggio di consegne il prossimo 20 gennaio del 2025. Non dovendo più assumere scelte esclusivamente in vista della campagna elettorale, c’è da augurarsi che il presidente statunitense dia vita a nuove iniziative coraggiose e creative per raggiungere quegli obiettivi che ne definiranno l’eredità nella storia, in particolare in politica estera, a partire dalla fine dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente.
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