Elezioni Usa, Biden: “Passo il testimone per salvare la democrazia"
Gianmarco Murroni - Città del Vaticano
Nessuna ragione medica, ma la consapevolezza che era necessario fare un passo indietro per il bene del Paese e del Partito Democratico. Con un solenne discorso alla nazione di 15 minuti, Joe Biden ha spiegato dallo studio Ovale della Casa Bianca il motivo del suo ritiro dalla corsa alla presidenza Usa, dopo le crescenti pressioni nel suo partito in seguito al dibattito tv con Donald Trump di un mese fa. "Credo che il mio primato come presidente, la mia leadership nel mondo, la mia visione per il futuro dell'America meritassero un secondo mandato. Ma niente può ostacolare il salvataggio della nostra democrazia e questo include l'ambizione personale. La soluzione migliore è passare il testimone a una nuova generazione”.
La sfida con Trump
“È arrivato il momento di voci nuove, più giovani”, ha continuato Biden, facendo un chiaro riferimento a Kamala Harris e all’eredità della leadership democratica. “È esperta, tosta e capace", l’ha definita Biden, rinnovando il suo endorsement alla vicepresidente. Quindi, ha elogiato la forza della democrazia statunitense e ricordato che tutto è nelle mani degli elettori. L'America, ha detto, è "più forte di qualsiasi dittatore o tiranno. Ora dovete scegliere tra la speranza e l'odio, tra l'unità e le divisioni", ha proseguito, evocando indirettamente la figura di Trump.
Impegno continuo
Il capo della Casa Bianca ha anche deluso quanti, da Trump a molti repubblicani, gli hanno chiesto di dimettersi subito dalla presidenza, assicurando che concluderà il mandato: "Nei prossimi sei mesi mi concentrerò sul mio lavoro di presidente. Ciò significa che continuerò a ridurre i costi per le famiglie che lavorano duramente e a far crescere la nostra economia. Continuerò a difendere le nostre libertà personali e i nostri diritti civili, dal diritto di voto al diritto di scelta. E continuerò a impegnarmi per la pace a Gaza e per mantenere il sostegno all'Ucraina". A partire già da oggi: il prossimo impegno è l’incontro con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, in visita a Washington.
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