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Panorama lungo il pellegrinaggio Macerata-Loreto Panorama lungo il pellegrinaggio Macerata-Loreto

La Bellezza che brucia, festa d’arte sui Sibillini

Dal 28 luglio al 22 agosto 2024 la quinta edizione del Festival dei Monti Azzurri animerà quindici borghi dei Monti Sibillini, nelle Marche, tra riflessioni sulla dimensione del cammino, primo tra tutti quello da Macerata a Loreto, uno sguardo al futuro con l’intelligenza artificiale e uno spettacolo teatrale su San Francesco d’Assisi

Rosario Tronnolone – Città del Vaticano

“E che pensieri immensi, / che dolci sogni mi spirò la vista / di quel lontano mar, quei monti azzurri, / che di qua scopro, e che varcar un giorno / io mi pensava, arcani mondi, arcana / felicità fingendo al viver mio!”. Da questi versi delle “Rimembranze” di Giacomo Leopardi prende il nome il Festival dei Monti Azzurri, giunto quest’anno alla quinta edizione, il cui tema è “Chiese e Musei bruciano. Di Arte e Bellezza”. Tra gli ospiti presenti, monsignor Giancarlo Vecerrica, vescovo emerito della diocesi di Fabriano-Matelia e ideatore del Pellegrinaggio da Macerata a Loreto, frate Sergio Lorenzini, creatore del Cammino dei Cappuccini, il prof. Emanuele Frontoni dell’Università di Macerata e l’attore Giovanni Scifoni. “Abbiamo scelto un titolo così impattante, ‘Chiese e Musei bruciano’, per cercare di sottolineare da un lato la passione con la quale dover dare valore al nostro patrimonio artistico ed ambientale – spiega a Radio Vaticana Vatican News l’architetto Sandro Polci - e dall’altro lato per sensibilizzare i nostri concittadini sulla necessità di impegnarsi perché tali scrigni di bellezza e di memoria debbano essere conservati”.

Ascolta l'intervista con l'architetto Sandro Polci:

La dimensione del cammino

Una particolare attenzione in questo Festival è riservata alla dimensione del cammino: “Abbiamo voluto interpretarlo in tutte le sue dimensioni: sacrale, religiosa, spirituale, o anche soltanto di trekking. La radice del camminare consiste nel fatto che non si è mai soli, perché c’è sempre qualcuno che condivide con noi il cammino, anche se passiamo giorni senza incontrarlo – spiega Polci - nello stesso tempo abbiamo delle motivazioni che rappresentano un’apoteosi, come la presenza di don Giancarlo Vecerrica - è vescovo, ma per noi è sempre don Giancarlo - che trent’anni fa ha inventato il cammino da Macerata a Loreto, e più di cinquantamila persone, addirittura fino a centomila in alcune edizioni, camminano per una notte cantando e aspettando l’alba, e arrivano infine alla Santa Casa”. E poi c’è il Cammino dei Cappuccini, creato dal giovane frate Sergio Lorenzini: “Un cammino che permette di fermarsi a dormire in conventi accoglienti e di raccogliersi in un pensiero che vuol essere quanto mai ospitale esso stesso: spirituale, non unicamente religioso – prosegue l’architetto - la stessa cosa accade con le suore benedettine di clausura che vivono del loro lavoro agricolo e della pittura di icone, con una cura, una dedizione e un amore che riempiono il cuore; esse ci offrono un concerto velato: da spazi visivamente autonomi fanno arrivare il loro canto fin nel chiostro dove è allestita la mostra delle loro icone”. Poi, la proposta anche di qualcosa di giocoso e comunitario, come la proiezione in piazza del film Zamora di Neri Marcoré: “Un caro amico che partecipa sempre al nostro festival, che ci aiuterà a riflettere e a giocare insieme per lottare contro la solitudine e, per quanto possibile, sorridere insieme”.

La locandina del Festival
La locandina del Festival

Una riflessione sull’intelligenza artificiale

Come da programma, il 30 luglio si terrà un incontro su un tema di cui si sente discutere continuamente, l’intelligenza artificiale: se ne parlerà con il prof. Emanuele Frontoni dell’Università di Macerata relativamente ad una possibile applicazione nei borghi: “La provocazione è stata di prendere l’ultimo report della Festa dei borghi, con tutti i dati economici, e chiedere una declinazione speciale da parte del professor Frontoni su come intervenire per il futuro – spiega l’ideatore del festival - e possiamo trarre dei vantaggi dal punto di vista agricolo e delle risorse ambientali, razionalizzando i consumi idrici e limitando il danno potenziale, o dal punto di vista turistico, profilando la disponibilità di tanti Comuni che sono ospitali solo implicitamente, ma non hanno la forza per dirlo”.

Lo spettacolo in onore di San Francesco d’Assisi

L’ultima giornata del festival, il 22 agosto, ospiterà uno spettacolo di Giovanni Scifoni dedicato a San Francesco d’Assisi, il cui titolo è “Fra”: “La sua è davvero una presenza forte e bella. È il fil rouge che lega l’esperienza del cammino con l’esperienza conventuale, un’esperienza di condivisa serenità – conclude - il momento di chiusura si terrà in una cava trasformata in un’arena con più di mille posti, nel comune di Ripe San Ginesio, e ascolteremo tante storie che passano attraverso la speranza, la danza e la musica”.

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29 luglio 2024, 12:47