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La contemplazione del disastro causato dal tifone Gaemi in un sobborgo di Manila (Ph. di Ted Aljibe / AFP) La contemplazione del disastro causato dal tifone Gaemi in un sobborgo di Manila (Ph. di Ted Aljibe / AFP)  (AFP or licensors)

Filippine, il tifone Gaemi flagella il sudest asiatico con oltre trenta vittime

La tempesta corre verso Taiwan e Cina mentre nell'arcipelago lascia morte e distruzione, soprattutto al nord e sulla capitale, dove sono 600 mila gli sfollati. A Manila le strade sono impraticabili: l'arcivescovo invita a partecipare alle liturgie di sabato e domenica per raccogliere donazioni a favore delle vittime

Vatican News

Il tifone Gaemi continua a flagellare il sudest asiatico. Dopo aver toccato ieri le coste cinesi, si è diretto verso l'interno del Paese indebolendosi fino a diventare una forte tempesta tropicale. La tempesta ha abbattuto alberi, allagato strade e danneggiato coltivazioni.

Oltre trenta morti nelle Filippine e 600mila sfollati

Nella provincia del Fujian sono stati danneggiati circa 85 ettari di coltivazioni e le perdite economiche sono state stimate in 11,5 milioni di yuan (1,6 milioni di dollari). Più di 290.000 persone sono state evacuate a causa della tempesta. Si prevede che Gaemi porterà ancora forti piogge nei prossimi giorni spostandosi a nord-ovest verso le province di Jiangxi, Hubei e Henan. Mentre la tempesta corre verso Taiwan, dietro di sé ha lasciato morte e distruzione nelle Filippine. Qui la furia si è abbattuta soprattutto al nord e sulla capitale, Manila. La città è invasa dal fango, le strade sono allagate e impraticabili. Al momento il bilancio dei morti è di 13 persone nella capitale, nel Paese è di oltre trenta, a causa principalmente delle frane e degli annegamenti. 

L'intensificarsi, il 25 luglio, del tifone a Manila
L'intensificarsi, il 25 luglio, del tifone a Manila

Una petroliera è affondata 

Alberi e pali elettrici abbattuti, tetti di lamiera estirpati. Gaemi ha fatto precipitare al suolo in tutta la regione 300 millimetri di pioggia. E mentre le autorità locali dichiarano lo "stato di emergenza per calamità naturale" per facilitare l'evacuazione di migliaia di persone, aumenta inesorabilmente il numero degli sfollati: 600mila. Scuole chiuse a Manila, infrastrutture fuori uso. Cancellati anche i voli internazionali. In ginocchio anche le aree attorno alla capitale. Diversi smottamenti hanno bloccato tre strade principali nella provincia montuosa di Benguet. Alla catastrofe umanitaria si aggiunge poi quella ambientale: nella baia di Manila, riferisce Fides, si lavora senza sosta per cercare di contenere i danni dell'affondamento di una petroliera che si è capovolta e affondata. La nave trasportava 1,4 milioni di litri di combustibile. Le operazioni di salvataggio sono ostacolate dai forti venti forti. 

L'appello della Chiesa locale alle donazioni 

Le Filippine sono uno dei Paesi più esposti ai disastri a livello globale, principalmente a causa della loro posizione lungo l'anello di fuoco e la cintura dei tifoni del Pacifico. In media, l'arcipelago è colpito da una ventina di tifoni all'anno, alcuni dei quali intensi e distruttivi. Famigerato quello che nel 2013 uccise oltre 7mila persone. E intanto, la Chiesa locale si adopera per soccorrere come può le vittime: l'arcivescovo di Manila, il cardinale José F. Advincula, ha avviato una nuova colletta tramite una lettera a tutto il territorio di sua competenza. Incoraggia i fedeli a partecipare alle funzioni religiose del 27 e 28 luglio durante le quali le offerte raccolte saranno devolute in sostegno di chi ha perso tutto a causa della violenza del tifone. 

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26 luglio 2024, 15:20