La scuola del Patriarcato latino colpita dai bombardamenti israeliani La scuola del Patriarcato latino colpita dai bombardamenti israeliani  (AFP or licensors)

Gaza, Hamas apre ai colloqui anche senza tregua permanente

Adesso la parola passa ad Israele, con il direttore dello Shin Bet che oggi andrà al Cairo per i colloqui mediati dall’Egitto. Intanto nelle Striscia di Gaza nuovi bombardamenti colpiscono scuole adibite a rifugio, tra cui quella del Patriarcato latino di Gerusalemme. Toninelli (Ispi): i mediatori vogliono avvicinarsi alle richieste di Israele

Marco Guerra – Città del Vaticano

Qualcosa si muove sul fronte diplomatico, si prevede infatti che i colloqui per un cessate il fuoco e lo scambio di ostaggi riprendano questa settimana. Domenica 7 luglio Hamas ha fatto sapere che accetta di negoziare anche in assenza di un cessate il fuoco permanente, condizione precedentemente posta come necessaria per l’inizio del confronto.

L’apertura di Hamas

L’apertura di Hamas suscita nuove speranze di progresso nei negoziati mediati a livello internazionale. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sostiene che sia stata la pressione militare “ciò che ha portato Hamas ad avviare i negoziati”, posizione questa che condividono alcuni analisti in merito alla devastazione causata dall'offensiva israeliana israeliana e alle migliaia di morti tra i civili. Molti commentatori fanno notare però che l’accordo non è affatto garantito, pur essendo le parti più vicine.

L’Egitto si impegna a fare una barriera sotterranea

Intanto, il sito web d'informazione israeliano Walla sostiene che il direttore dell'agenzia di sicurezza israeliana Shin Bet sarà a capo della delegazione inviata oggi al Cairo per colloqui sulla tregua e il futuro controllo del valico di Gaza. Altre indiscrezioni confermano che una squadra di negoziatori israeliani riprenderà questa settimana i colloqui per un cessate il fuoco con Hamas. L'Egitto, dal canto suo, ha fatto sapere a Israele che collaborerà con gli Stati Uniti nella creazione di una barriera sotterranea con la Striscia di Gaza se verrà raggiunto un accordo sul cessate il fuoco e per la liberazione degli ostaggi. Lo riferisce la radio dell'esercito israeliano spiegando che si tratterà di una barriera ''ad alta tecnologia'' con lo scopo principale di ''impedire il contrabbando di armi'' verso Gaza. I lavori per la costruzione della barriera potrebbero iniziare, secondo l'Egitto, già nei primi giorni dell'entrata in vigore della tregua. E a nove mesi dagli attacchi di Hamas e dall’inizio del conflitto, domenica in Israele si sono svolte nuove grandi manifestazioni, che hanno chiesto con forza la fine dell’ostilità e il ritorno degli ostaggi. I manifestanti sono passati davanti le abitazioni dei membri del governo.

Ancora morti e combattimenti sul terreno

Nella Striscia non si fermano però i bombardamenti. Domenica Hamas ha riferito che quattro persone sono state uccise da un attacco che ha colpito un edificio scolastico adibito a rifugio per sfollati. Poco dopo un comunicato del Patriarcato latino di Gerusalemme ha condannato con fermezza un raid contro la ‘Scuola della Sacra Famiglia a Gaza’. “Sebbene di proprietà del Patriarcato latino di Gerusalemme, la scuola è stata, sin dall'inizio della guerra, un luogo di rifugio per centinaia di civili” si legge nella nota del Patriarcato. Gli attacchi missilistici sono proseguiti anche nella notte e hanno causato la morte di due persone sempre nella città di Gaza. Le forze di difesa israeliane sostengono che la notte scorsa hanno colpito “numerosi obiettivi terroristici in tutta la Striscia di Gaza, comprese le infrastrutture utilizzate dai terroristi di Hamas per pianificare ed eseguire attacchi contro le truppe dell'Idf”. Nelle ultime ore invece le forze israeliane di difesa (Idf), citate da The Times of Israel, affermano di aver effettuato un blitz in un complesso dell'Unrwa (l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi) utilizzato da Hamas, dove hanno ucciso e catturato numerosi uomini armati. 

Toninelli: l’Egitto vuole andare incontro ad Israele

“La decisione di Hamas è una notizia positiva e lascia intravedere maggiori prospettive che si raggiunga un cessate il fuoco, inoltre suggerisce che la situazione nella striscia è sempre più critica è quindi vi è la necessità di fermare i combattimenti”, così Luigi Toninelli, ricercatore dell’Ispi ed esperto di Medio Oriente, commenta gli ultimi sviluppi sul piano diplomatico. La volontà di tratta interroga anche sulla posizione di Israele che ha sempre posto l’eliminazione di Hamas come condizione finale necessaria per arrivare alla pace. Toninelli ritiene che eliminare Hamas “è praticamente impossibile”, si tratta obiettivo “propagandistico”, perché Hamas oltre ad essere un’organizzazione militare ben radicata è un partito politico che gode anche di un certo consenso e che svolge un ruolo nella popolazione civile, è tutto questo rende difficile estirparla. Il ricercatore dell’Ispi osserva che la trattativa è molto precaria e la volontà di fermare la guerra è ancora lontana. Tuttavia anche la barriera promessa dall’Egitto “è punto importante perché va incontro ad una precisa richiesta di Israele, che vuole limitare le capacità belliche di Hamas”. Si tratta “dell’ennesimo tentativo di andare incontro alle richieste di Israele per arrivare ad un cessate il fuoco”.

Ascolta l'intervista a Luigi Toninelli

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08 luglio 2024, 10:42