Gaza, raid sul campo profughi di Khan Younis: più di 70 le vittime
Alessandro Di Bussolo e Gianmarco Murroni - Città del Vaticano
Ancora sangue sui profughi di Gaza. Sarebbero 71 le vittime, e più di 280 i feriti dell’attacco di questa mattina dell’esercito israeliano al campo profughi di al-Mawasi, a Khan Yunis, definita "zona umanitaria sicura", secondo le autorità sanitarie della Striscia, legate ad Hamas. Il blitz, per iI quotidiano israeliano Yisrael Hayom, avrebbe avuto come obiettivo il comandante dell'ala militare di Hamas, Mohammed Deif, ideatore del massacro del 7 ottobre 2023, e il comandante della brigata Khan Yunis di Hamas, Rafa'a Salameh. Per una tv libanese affiliata ad Hezbollah, Deif sarebbe però ancora vivo.
Le reazioni di Turchia, Giordania ed Egitto
Un attacco che per il ministero degli Esteri turco puntava a minare i colloqui per il cessate-il-fuoco con il movimento integralista Hamas. Secondo Ankara il premier isaeliano Netanyahu “sta cercando di ostacolare i negoziati”. Anche Giordania ed Egitto ha accusato lo stato ebraico di aver “preso di mira le tende degli sfollati”, anche se i militari israeliani hanno spiegato di aver colpito un complesso recintato di Hamas in un ambiente civile. Secondo dati forniti da fonti di Hamas, dall’inizio della guerra nell’enclave palestinese sono più di 16 mila i bambini uccisi e quasi 11 mila le donne rimaste vittime del conflitto. Il bilancio dal 7 ottobre è di oltre 38.345 morti e 88.295 feriti
Biden: da Israele e Hamas ok per la mia proposta
Notizie ben diverse erano arrivate questa mattina da Washington. Il piano elaborato dall'Amministrazione Biden per un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi ''è stato accettato sia da Israele che da Hamas''. Lo ha scritto il presidente degli Stati Uniti su X. ''Sei settimane fa ho delineato un quadro completo su come raggiungere una tregua. C'è ancora del lavoro da fare e queste sono questioni complesse, ma quel quadro è ora concordato da entrambe le parti'', ha spiegato Biden, che a fine mese incontrerà il primo ministro israeliano Netanyahu a Washington.
Replica Hamas
Hamas, tuttavia, vuole garanzie scritte che Israele non riprenda la guerra nella Striscia di Gaza dopo il rilascio del primo gruppo di ostaggi previsto dall'accordo. Lo ha dichiarato Ahmed Abdul-Hadi, capo dell'ufficio politico di Hamas in Libano, spiegando che il gruppo palestinese è ''flessibile su alcuni punti, ma non sulla necessità di un cessate il fuoco permanente”.
Nuove richieste di Israele
Secondo un alto funzionario israeliano, citato dall’emittente Channel 12, Netanyahu "sta ponendo nuove richieste, bloccando in questo modo un accordo che avrebbe permesso entro due settimane di riportare a casa gli ostaggi''. "L'insistenza del primo ministro nel creare un meccanismo per impedire il movimento di agenti armati bloccherà i colloqui per settimane e poi potrebbe non esserci nessuno da riportare a casa", spiega il funzionario. Secondo il sito di notizie Walla, Netanyahu ha sollevato la questione in un incontro con il team negoziale. “È una richiesta che non faceva parte della proposta israeliana del 27 maggio. Non è chiaro perché Netanyahu stia sollevando questa richiesta ora”, afferma, ancora, il funzionario.
Ultimo aggiornamento: ore 18 del 14 luglio 2024
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