Medio Oriente, ucciso in Libano un comandante di Fatah
Roberta Barbi – Città del Vaticano
Khalil al Maqdah era un membro di Fatah, o meglio, della sua ala militare – la Brigata dei martiri di al Aqsa – nel mirino di Israele già da diversi anni con l’accusa di dirigere assieme al fratello attacchi terroristici e di contrabbandare armi in Cisgiordania. Sono riusciti a raggiungerlo solo ieri, quando un razzo sganciato da un caccia israeliano ha centrato l’auto a bordo della quale stava viaggiando, davanti al campo profughi palestinesi di Ain al-Helweh, alla periferia di Sidone, una quarantina di km a sud di Beirut. Un’uccisione che da Ramallah, il comitato centrale di Fatah definisce “un’ulteriore prova che Israele vuole incendiare la regione e gettarla in una guerra su vasta scala”.
Alta tensione in Libano
Sempre in Libano si susseguono attacchi vicendevoli tra Israele e Hezbollah: è stato colpito un deposito di armi del movimento sciita nella valle orientale di Bekaa, cui è seguita una pioggia di almeno 50 razzi contro le alture del Golan. L’esercito israeliano ha affermato di aver attaccato anche un’unità terroristica di Hezbollah che aveva lanciato missili dal sud del Libano, nell’area di Zarit. Colpito, infine, un edificio usato come base militare dal gruppo nel sud del Paese, a Kfarklea.
La situazione a Gaza
Anche a Gaza continuano le operazioni militari che causano nuove vittime. Sale ad almeno 11 il numero delle persone che stanotte hanno perso la vita in un bombardamento a Beit Lahia, nel nord della Striscia, dove è stata colpita una casa, secondo l’agenzia palestinese Wafa. Tre, invece, i morti e quattro i feriti nel campo di Maghazi, al centro dell’enclave. 13 i feriti in quello di Nuseirat e vittime si registrano anche a Khan Younis. Secondo il ministero della Salute locale collegato ad Hamas, il bilancio dei morti a Gaza avrebbe superato la soglia dei 40mila dall’inizio del conflitto, il 7 ottobre scorso, giorno del sanguinoso raid palestinese costato la vita a 1400 israeliani.
Biden a Netanyahu: urgente il cessate il fuoco
Nuovo colloquio tra il presidente Usa, Joe Biden, e il premier israeliano, Benjamin Netanyahu. I due leader hanno parlato degli sforzi americani a sostegno della difesa israeliana contro le minacce dell’Iran e di gruppi come Hezbollah o Houthi, che operano in Yemen, ma anche delle prossime trattative al Cairo. Secondo un comunicato della Casa Bianca, Biden avrebbe messo in evidenza l’urgenza di concludere l’accordo per il cessate il fuoco e per il rilascio degli ostaggi.
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