Germania, arrestato l’attentatore di Solingen, un siriano espulso in passato
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Centinaia le persone che oggi hanno preso parte a due messe a Solingen, in Germania, dove venerdì sera tre persone sono morte e altre otto sono rimaste ferite in un attentato con coltello da parte di un cittadino siriano di 26 anni. Nel pomeriggio sempre di oggi, nella città del Nordreno-Vestfalia, dovrebbero svolgersi due manifestazioni di tenore opposto, un organizzata dagli attivisti di sinistra e di estrema sinistra di Antifa, l’altra, a un’ora di distanza, alle 18, dei giovani dell'ultradestra tedesca Junge Alternative. Moltissime le persone che stanno partecipando al lutto cittadino, fiori e candele delimitano la zona, ancora blindata, dove è avvenuto l’attacco, in pieno centro storico.
Il sospettato era stato espulso
L’uomo arrestato, che resta il principale sospettato, si sarebbe consegnato ieri sera alla polizia e avrebbe già confessato. Siriano di Deir al-Sor, si troverebbe in Germania dalla fine del 2022, avendo chiesto asilo a Bielefeld. Secondo alcune informazioni era noto alle forze dell’ordine come estremista islamico e avrebbe dovuto essere espulso lo scorso anno verso la Bulgaria, Paese chiamato ad esaminare la richiesta di asilo, come previsto dal trattato di Dublino, l’uomo aveva però fatto perdere le sue tracce.
La rivendicazione dell’Is
La polizia avrebbe, inoltre, anche posto in stato di fermo un’altra persona presente in un centro di accoglienza per rifugiati, sempre a Solingen. Il sedicente Stato islamico ha rivendicato l’attacco perpetrato, si legge in un comunicato, da un "un soldato" dell'Is, "per vendicare i musulmani della Palestina e di qualunque altro luogo".
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