Hamas non sarà ai colloqui di Doah. Teheran: per noi vale il cessate il fuoco a Gaza
Alessandro Guarasci - Città del Vaticano
A Gaza si sfiorano i 40mila morti. Il ministero della Salute della Striscia, controllato da Hamas, fornice un nuovo bilancio delle vittime dall'inizio della guerra con Israele, migliaia sarebbero i dispersi.
Hamas e Iran: non saremo a Doha
C'è attesa per una possibile tregua a Gaza, con le speranze appese ad un filo, tenendo presente che Hamas, all'agenzia russa, Ria Novosti, ha smentito la sua presenza ai negoziati previsti per domani a Doha. Ai mediatori di Qatar, Egitto e Stati Uniti, il movimento integralista palestinese avrebbe chiesto, invece di tenere un nuovo round di negoziati, di presentare un piano per attuare quanto concordato in precedenza, sulla base di quanto proposto dal presidente Usa Biden e della risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Un altro no all'incontro di domani è arrivato dall'Iran che non invierà rappresentanti in Qatar. Teherean respinge quella che definisce "richiesta eccessiva", ossia l'invito di Gran Bretagna, Francia e Germania ad astenersi dalla rappresaglia contro Israele per l'omicidio di alti funzionari di Hamas e Hezbollah, che potrà essere fermata, spiegano gli iraniani, solo da uno stop alla guerra a Gaza. Non c'è più tempo da pardere - è l'appello che arriva dalla Casa Bianca - bisogna arrivare ad un cessate il fuoco per poi raggiungere una soluzione diplomatica tra Libano e Israele. Da Beirut, un emissario del presidente Usa spiega l'urgenza di approfittare di tale "finestra" per agire. Biden si aspetta che l'accordo per il cessate il fuoco a Gaza possa evitare la rappresaglia iraniana su Israele, pur ammettendo con i giornalisti che sta "diventando più difficile", nonostante la sua intenzione di non volersi arrendere.
Scontri in Cisgiordania
Difficile la situazione anche in Cisgiordania, dove sarebbero almeno sei i palestinesi rimasti uccisi in operazioni israeliane a Tubas, Tamoun e Anata. Sono stati intanto circa 25 i missili lanciati dal Libano verso l'Alta Galilea, nel nord di Israele, avrebbero tutti colpito aree aperte e non vi sarebbero stati feriti.
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