Olimpiadi, correndo per il regno di Dio
L'Osservatore Romano
Nello sport «è una grazia, una benedizione, avere la possibilità di rappresentare non solo il mio Paese ma anche il regno di Dio». A parlare è Sydney McLaughin-Lavrone, statunitense, 25 anni compiuti il 7 agosto, 4 ori olimpici tra Tokyo e Parigi (400 ostacoli e staffetta 4x400), 3 ori mondiali conditi da record del mondo. «Ma i record vanno e vengono, la gloria di Dio è eterna. Non merito nulla: per grazia attraverso la fede Gesù mi ha dato tutto». In conferenza stampa, dopo gli ori, risponde «la fede in Dio, la forza della sua Parola», sorridendo e con naturalezza, a chi le chiede «le motivazioni» dei suoi successi.
«Tutto quello che faccio è per rendere gloria a Dio» spiega, perché non si può staccare l’atletica dal suo essere donna cristiana. «Dio mi ha dato un dono e l’atletica è la mia “piattaforma” per testimoniare il mio amore per Cristo. Ogni volta che scendo in pista prego: “Dio, fa’ che io sia il contenitore in cui Tu venga glorificato”. Per questo tutte le mie giornate sono straordinarie, oltre gli ori».
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