Aperta la Mostra del Cinema di Venezia, al regista Bellocchio il Premio Bresson 2024
Alessandro Di Bussolo - Città del Vaticano
Al Lido di Venezia, nell’ambito della 81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia aperta ieri, 28 agosto, con il film Beetlejuice Beetlejuice (fuori concorso) di Tim Burton - già Leone alla carriera nel 2007, protagonista sempre Michael Keaton - non mancherà, come da più di due decenni, la Fondazione Ente dello Spettacolo. Espressione della Conferenza episcopale italiana, l’ente guidato da monsignor Davide Milani consegnerà al regista italiano Marco Bellocchio il venticinquesimo Premio "Robert Bresson". Un riconoscimento che intende segnalare registi che abbiano dato una testimonianza significativa, per sincerità e intensità, del difficile cammino alla ricerca del significato spirituale della vita.
La motivazione del Premio a Marco Bellocchio
La cerimonia di premiazione si svolgerà sabato 31 agosto, alle 12.30, presso l'Italian Pavilion - Sala Tropicana 1 dell'Hotel Excelsior, con il patrocinio del Dicastero per la Cultura e l’Educazione e del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede. L’84.enne regista piacentino di Buongiorno notte, La Cina è vicina (Leone d’argento nel 1967) fino a Rapito, del 2023, presenta a Venezia il cortometraggio fuori concorso Se posso permettermi, Capitolo II. Nella motivazione del premio, realizzato e donato da Pianegonda, si legge che Bellocchio “ha saputo catturare l'attenzione del pubblico e della critica con opere innovative e provocatorie”.
Due giganti del cinema, uniti dalla spinta della croce
Con il Premio Robert Bresson Bellocchio viene accostato a quello di un campione del cinema della credenza come il cineasta francese perché, prosegue la motivazione, “la realtà così com’è non basta, come sembrano suggerirci entrambi. Bisogna aprirla con il bisturi del cinema perché possa sgorgare l’invisibile, che si manifesta come mistero di luce e di ombre. Sul piano inclinato delle macchinazioni della Storia - ricca di accenti escatologici in Bresson, più terreni in Bellocchio - il cinema di questi due giganti non scivola mai ma risale, cercando quella libertà che vince ogni gravità, fino alla morte. Ed è la croce la chiave di volta iconografica che sorprendentemente sospinge entrambi: là dove lo schermo si incurva nel bagliore della Grazia, in Bresson. Nella vita che si schioda, liberata dalla preghiera di un bambino, in Bellocchio”.
Monsignor Milani: cinema è “mettere in ordine” la realtà
“Essere al Lido nei giorni della Mostra - spiega monsignor Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo, nell’editoriale dell’ultimo numero de "La Rivista del Cinematografo", dedicato alla Mostra veneziana - significa per noi impegnarci nell’ascolto e nel dialogo con uno dei festival più importanti del mondo e con i suoi prestigiosi protagonisti, contribuendo per la nostra parte a questo straordinario appuntamento culturale, offrendo il nostro originale punto di vista sull’arte cinematografica. Per noi il cinema non è solo un fatto estetico, tecnico, economico, produttivo”. Robert Bresson, “faro del nostro modo di intendere la settima arte - prosegue monsignor Milani - riconosceva al mestiere del cinema un potere decisivo per l’esperienza umana: ‘mettere in scena’ è un ‘mettere in ordine’ la realtà, dando ad essa quel suo senso più compiuto, trascendente, che custodisce nell’intimo”.
Premio “Le vie dell’immagine” a Marjane Satrapi
Tra gli appuntamenti del programma della Fondazione Ente dello Spettacolo alla Mostra di Venezia spicca la seconda edizione de “Le vie dell’immagine”, il premio per le arti visive consegnato a quei cineasti che si sono distinti in pratiche artistiche della visione trasversali rispetto a diversi linguaggi. Cinematografo, Giornate degli Autori e NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, lo consegneranno a Marjane Satrapi, regista, disegnatrice, sceneggiatrice, pittrice e autrice di libri per bambini, nata in Iran e da 30 anni cittadina francese, il 3 settembre alle 17.15, presso la Terrazza Cinematografo by Atlas. Alle 15 la premiata sarà protagonista in Sala Laguna, alla Casa degli Autori, di un incontro in dialogo con il pubblico e gli studenti.
Famiglia Cristiana premia Antonio Albanese
Per il terzo anno, il settimanale Famiglia Cristiana consegna insieme alla Feds il suo premio a un artista del cinema che - alla luce del tempo che viviamo - sa trasmettere un messaggio positivo e ispirato attraverso la sua opera. Quest’anno viene assegnato all’attore e regista Antonio Albanese che, negli anni, ha saputo coniugare con originalità comicità e dramma, satira politica e denuncia sociale. Caratteristiche che si ritrovano appieno negli ultimi due film che lo hanno visto protagonista: Un mondo a parte, di Riccardo Milani, in cui interpreta un maestro che prova a salvare la sua scuola dalla chiusura, e Cento domeniche dove, anche da regista, tratteggia con ammirevole misura la parabola di un uomo comune travolto dall’avidità della finanza. La cerimonia di consegna si terrà il 4 settembre alle 15 presso l’Italian Pavilion - Sala Tropicana 1.
La proiezione di “Dovecote” con De Mendonça
Nel ricco programma di incontri e presentazioni, guidate dai giornalisti de Il Cinematografo e dallo staff della Fondazione, spicca la proiezione della video installazione di Marco Perego “Dovecote”, inserita nel padiglione della Santa Sede alla Biennale Arte dal titolo “Con i miei occhi” presso la Casa di Reclusione Femminile di Venezia, alla Giudecca. Un’opera che propone un dialogo per esplorare “il vedere come sinonimo di toccare con lo sguardo, di abbracciare con l’occhio, di far dialogare la vista e la percezione”. Al dibattito che precede la proiezione, giovedì 5 settembre alle 11.30 allo Spazio Incontri dell’Hotel Excelsior, parteciperanno il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, Pietrangelo Buttafuoco, presidente de La Biennale di Venezia, e il regista Marco Perego, regista, insieme a monsignor Davide Milani.
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