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Michiko Kono, volontaria di pace a Hiroshima e testimone diretta dell’esplosione della bomba nucleare Michiko Kono, volontaria di pace a Hiroshima e testimone diretta dell’esplosione della bomba nucleare  

Cosa significa sopravvivere alla bomba di Hiroshima, la testimonianza di Michiko Kono

Settantanove anni dopo Hiroshima e Nagasaki, la donna giapponese racconta ai media vaticani della sua vita di sopravvissuta all'atomica. All'epoca aveva quattro mesi. Si salvò, ma l'esplosione procurò a lei e ai suoi famigliari vari effetti collaterali che influirono pesantemente sulla loro salute. "Bisogna porre fine alle armi nucleari, se vogliamo un mondo in pace"

Francesca Merlo – Città del Vaticano

Michiko Kono aveva solo quattro mesi il 6 agosto 1945. Quel giorno, 79 anni fa, l'aereo da caccia statunitense B-29 sganciò la bomba atomica nota come "Little Boy" sulla sua città natale, Hiroshima. Erano le 8.15 del mattino e Michiko e i suoi genitori erano alla stazione di Hiroshima; sua madre l'aveva appena distesa su una panca di legno per cambiarle il pannolino. Poco dopo, a soli 2 km di distanza, la bomba "Little Boy" fu fatta esplodere. Ottantamila persone morirono all'istante. Il calore dell'esplosione raggiunse la stazione e, mentre i suoi genitori riportarono gravi ustioni, Michiko fu fortunata sulla sua panca di legno: la tavola posteriore la protesse dal calore e rimase illesa. A 1,6 km a sud, a casa loro, sua nonna in quell'istante rimaneva vedova.

Avendo solo quattro mesi all'epoca, Michiko non ha alcun ricordo dell'evento, ma sa cosa si prova ad aver trascorso tutta la vita da sopravvissuta, impegnata a diffondere un messaggio di pace e di speranza alle generazioni più giovani. La sua voce è in perfetta armonia con quella di Papa Francesco che cinque anni fa ha visitato i siti dei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, bombardata solo tre giorni dopo Hiroshima. Seguendo le orme del suo predecessore Giovanni Paolo II, che ha visitato i siti nel 1989, Papa Francesco si è fermato al Memoriale della pace di Hiroshima trent'anni dopo, il 24 novembre 2019, e ha pronunciato uno storico discorso. In quell'occasione, il Papa ha sottolineato che "l'uso dell'energia atomica a fini di guerra è oggi, più che mai, un crimine non solo contro la dignità degli esseri umani, ma contro ogni possibile futuro per la nostra casa comune. L'uso dell'energia atomica a fini bellici - ha denunciato - è immorale, così come è immorale il possesso di armi atomiche", prima di avvertire: "saremo giudicati su questo".

Il tempo scaduto

La signora Kono ritiene che anche la voce dei leader influenti sia voce di pace e di speranza. "Ora le persone sono più consapevoli di ciò che è accaduto, dei pericoli della bomba atomica", racconta a Radio Vaticana - Vatican News. È in Italia per accertarsene, mentre partecipa al Tonalestate International Summer University, appuntamento che si tiene ogni anno dal 2000 e che quest'anno si concentra sul tema "Le temps vaincu - il tempo scaduto". Michiko Kono ha preso parte alla giornata dal titolo "È un segno di grande carattere sperare sempre".

Un'infanzia all'ombra della bomba

Il Museo della pace di Hiroshima che Papa Francesco ha visitato e presso cui ora Michiko fa volontariato è stato aperto nel 1955, dieci anni dopo la bomba. Le ci sono voluti quarant'anni per trovare il coraggio di visitare il museo. "Mia madre mi portò quando avevo 10 anni, ma avevo troppa paura di entrare", racconta. Nel 2001 "ho capito che era mio dovere, in quanto sopravvissuta, raccontare la mia storia". Solo nel Museo si è resa conto di quanto fosse fortunata: "Da bambina vivevo nella periferia di Hiroshima e andavo a scuola in quel quartiere. Lì non ho visto molto delle conseguenze delle radiazioni. Dal Museo ho appreso delle sue conseguenze e dei bambini che sono morti durante gli anni delle elementari per leucemia e altre malattie causate dalla bomba".

C'erano 350 mila persone in città e alla fine dell'anno ne erano morte 140 mila. Oltre la metà di coloro che sono morti si sono trasformati all'istante in ceneri non identificabili, ora situate nella cripta del memoriale. Molte persone hanno sofferto per gli effetti delle radiazioni. Molte di loro sono decedute e, ancora oggi, molte altre soffrono ancora per gli effetti delle radiazioni. Nel 2005, Michiko si unì al sistema di successione ereditaria del Museo. Incontrò un'altra superstite, Mitsuo Kodamo, con la quale trascorse due anni a parlare e a imparare. Lei aveva 16 anni quando la bomba atomica esplose e visse soffrendo per i gravi effetti delle radiazioni fino alla morte all'età di 66 anni. Ora Michiko Kono viaggia per il mondo, raccontando la sua storia e la sua eredità.

Effetti collaterali?

Sebbene fossero una delle famiglie fortunate, la signora Kono e i suoi famigliari nel tempo hanno avuto strane esperienze. "A giugno, l'anno dopo l'esplosione - racconta - mi ammalai con febbre alta e diarrea. Il medico pensò che sarei morta. Mio padre soffrì di sanguinamento gengivale per un po' dopo l'esplosione, mentre mia madre aveva una febbre bassa continua. Ricordo che quando avevo circa 9 anni, mi comparvero molti foruncoli sulla parte inferiore del corpo. Facevano molto male. Non so ancora cosa li abbia causati", dice. E prosegue: "Quando ero adolescente alle medie, soffrivo di esaurimento in estate. Anche questo potrebbe essere stato un effetto delle radiazioni. E quando ero al college, quando ero stanca, a volte mi si gonfiavano le dita. Mi sono sempre chiesta se fossero le radiazioni".

Michiko non sapeva se anche altri stessero sperimentando strane cose che non riuscivano a spiegare. "A quel tempo, non c'erano informazioni sugli effetti collaterali delle radiazioni. Non se ne parlava comunemente sui media, quindi non ce ne accorgevamo e non potevamo fare confronti". Negli anni successivi alla guerra, il Giappone fu occupato dagli alleati, guidati dagli Stati Uniti. Ci fu una restrizione sulla copertura mediatica sulle informazioni e sul materiale di ricerca riguardanti la bomba atomica per sette anni, fino alla fine dell'occupazione nel 1951.

Ogni cittadino del mondo dovrebbe sapere

Ora, dice Michiko Kono, "penso che più persone stiano iniziando a conoscere la bomba atomica". Parla dei leader mondiali che visitano il Museo della pace di Hiroshima e apprendono "quanto fosse potente e terribile". Ma non è abbastanza: "Ogni cittadino del mondo dovrebbe sapere quanto sia crudele la bomba atomica", afferma. E ai giovani raccomanda: "Per favore, prendete nota. Venite a Hiroshima e Nagasaki e imparate. Iniziate a pensare alla possibilità di porre fine alle armi nucleari. È necessario se vogliamo un mondo pacifico".

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09 agosto 2024, 12:10