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L'attacco degli ucraini nella regione di Kursk L'attacco degli ucraini nella regione di Kursk

Ucraina, quinto giorno di battaglia a Kursk: timori per la centrale nucleare

L’Aiea chiede “massima moderazione” per evitare “gravi conseguenze radiologiche”. A luglio è tornato a salire il numero di vittime civili. L’arcivescovo Pezzi: il perdono è l’unica strada

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

Luglio scorso è stato il mese più letale in Ucraina con 219 morti tra i civili, il numero più alto dall’ottobre del 2022. È la Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite nel Paese (Hrmmu) ad accertarlo, spiegando inoltre che, sempre nel solo mese di luglio, sono rimasti uccisi o feriti almeno 71 bambini, il che porta a 2.184, tra feriti e morti, il numero dei bimbi coinvolti dall’inizio della guerra. A Kursk si è intanto arrivati al quinto giorno di battaglia tra ucraini e russi che cercano di respingere le truppe di Kyiv oltre confine mentre droni kamikaze ucraini si sono abbattuti anche sulla regione di Lipetzk.

Il rischio nucleare

In un comunicato l’Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) chiede di esercitare la "massima moderazione" nelle attività militari vicino alla centrale nucleare di Kursk, affinché se ne possa garantire l'integrità fisica. L’appello è alle parti “affinché esercitino la massima moderazione per evitare un incidente nucleare con il potenziale di gravi conseguenze radiologiche”. Dagli Stati Uniti intanto arriva la notizia dello stanziamento di un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina da 125 milioni di dollari il che costituisce la 63esima tranche di aiuti a Kyiv da parte di Washington.

Pezzi: il passo del perdono

Nel frattempo, Mosca ha deciso l’introduzione del regime antiterrorismo in tre regioni al confine con l’Ucraina. Si tratta di Belgorod, Kursk e Bryansk, dove la misura comporterà restrizioni per la popolazione dal punto di vista della libertà di movimento e del diritto alla privacy. “Ogni conflitto distrugge e lacera i rapporti tra i popoli”, spiega all’agenzia Sir monsignor Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca e presidente dei vescovi cattolici della Federazione Russa, parlando della vita della piccola comunità cattolica della regione russa di Kursk. Con riferimento al tema scelto da Papa Francesco per la Giornata mondiale della pace 2025, “Rimetti a noi i nostri debiti: concedici la tua pace”, Pezzi si sofferma quindi sul tema a lui caro del perdono domandandosi se sia possibile. “È difficile - è convinzione dell’arcivescovo - non si può pretendere per decreto. Non è neanche un comandamento. Però il perdono è la strada, se si vuole guarire i cuori, le famiglie, le comunità, i paesi, i popoli. Se vogliamo realmente costruire una civiltà basata sulla verità e sull’amore. Allora il passo dal quale non possiamo prescindere è proprio il perdono”.

 

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10 agosto 2024, 15:33