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Bandiere dell'Unione Europea e dell'Ucraina Bandiere dell'Unione Europea e dell'Ucraina  (ANSA)

L’Ucraina ratifica il trattato di Roma sulla Corte Penale Internazionale

Il parlamento ucraino adotta la decisione che la avvicina all’Europa. Intanto proseguono le operazioni di Kyiv nella regione russa di Kursk, mentre le forze di Mosca avanzano nel Donetsk. Gli Usa parlano di un conflitto in fase di stallo e la Russia chiude a qualsiasi possibilità di dialogo

Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

Il conflitto tra Russia e Ucraina va avanti a colpi di droni, la maggior parte dei quali abbattuti dalle contraeree dell’una e dell’altra parte. La notte scorsa le forze di Mosca hanno lanciato tre missili e 69 droni sull'Ucraina, 66 dei quali sono stati messi fuori combattimento elettronicamente. La contraerea russa, invece, ha intercettato almeno dieci aerei senza pilota ucraini diretti verso la capitale Mosca. Le autorità di Kyiv stanno inoltre pianificando l’evacuazione di 45 mila residenti dalla regione di Sumy, confinante con quella russa di Kursk, teatro dell'offensiva ucraina, che si sta svolgendo negli ultimi giorni, con l’obiettivo di prevenire qualsiasi coinvolgimento di civili in un’eventuale reazione russa.

Il Pentagono: la guerra paralizzata

La situazione bellica, che va avanti da circa due anni e mezzo, suscita i commenti del Pentagono americano, secondo il quale “la guerra russo-ucraina è giunta ad un punto morto. In questo momento le parti non hanno le potenzialità per lanciare un’offensiva decisiva contro il nemico”. Questa l’analisi diffusa dall'agenzia di stampa Bloomberg, che cita fonti della Difesa statunitense. Una via senza uscita, dunque, di fronte alla quale la Russia gela ogni possibilità di soluzione diplomatica: “Non ci sarà più alcun negoziato fino a quando il nemico sarà completamente sconfitto”, afferma il vicepresidente russo Medvedev, riferendosi anche a quelli che definisce “inutili colloqui di pace sinora svolti su iniziativa della comunità internazionale, imposti al regime di Kyiv con prospettive e conseguenze poco chiare”.

Kyiv e l’Europa più vicine

Intanto, il Parlamento ucraino ha ratificato stamani lo Statuto di Roma, riconoscendo così la giurisdizione della Corte penale internazionale, lo stesso organismo che l’anno scorso aveva emesso un mandato di arresto nei confronti del presidente russo Putin per crimini di guerra commessi in Ucraina. A commento della decisione della Verchovna Rada, il parlamento monocamerale di Kyiv, il ministro della Difesa ucraino Kuleba ha dichiarato, con un post su X, che “con questa ratifica l’Ucraina ha compiuto un altro passo significativo verso l'adesione all'Unione europea”, contribuendo inoltre ad isolare la Russia nel contesto internazionale e a far luce sulle sue responsabilità di Paese invasore.

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21 agosto 2024, 12:43