Medio Oriente, attacco a Hezbollah, esplosi migliaia di cercapersone
Gianmarco Murroni – Città del Vaticano
Un attacco pianificato nei dettagli, introducendo mini cariche esplosive all'interno di cercapersone in grado di deflagrare simultaneamente con un unico comando. I dispositivi di ultima generazione, in dotazione ai miliziani di Hezbollah, sono scoppiati tutti insieme provocando almeno 18 morti e circa 4 mila feriti tra il Libano e la Siria. Decine di ospedali libanesi sono andati in crisi per l'arrivo di centinaia di persone e per la mancanza di sangue per i feriti. Tra le vittime anche il figlio di un deputato del gruppo di Hassan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah, oltre a leader e alti comandanti del gruppo armato sciita.
Accusa a Israele
L’attacco è stato attribuito immediatamente a Israele. Secondo esponenti di Hezbollah, il Mossad avrebbe collocato una certa quantità di tetranitrato di pentaeritrite, un potente esplosivo, all'interno dei cercapersone di Hezbollah. Funzionari della sicurezza libanesi hanno rivelato che i dispositivi di comunicazione erano arrivati in Libano cinque mesi fa, ma sarebbero stati intercettati dai servizi segreti israeliani. "Continueremo le nostre operazioni a sostegno di Gaza - hanno dichiarato i miliziani di Hezbollah - Questo percorso è separato dalla dura resa dei conti che il nemico deve attendere per il suo massacro".
Difesa di Netanyahu
Il Governo israeliano, d’altra parte, prende le distanze dall’attacco e smentisce eventuali responsabilità. Pochi minuti dopo le esplosioni, il premier Netanyahu e il ministro della Difesa Gallant si sono riuniti nella fossa della Kyria, il bunker del ministero a Tel Aviv, per un incontro d'emergenza con i vertici della sicurezza. I media israeliani hanno riferito di colloqui “drammatici”, a cui hanno preso parte i direttori delle agenzie di intelligence riportando inusuali movimenti militari delle unità sciite. L'establishment della sicurezza israeliana stima che l'escalation non sia lontana e prevede che Hezbollah si stia preparando a lanciare un'operazione militare.
Combattimenti a Gaza
Sul campo, intanto, quattro militari delle Forze di difesa israeliane sono stati uccisi e diversi altri sono rimasti feriti durante gli scontri avvenuti a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo hanno reso noto le stesse Idf. Tra le vittime risulta anche la 20enne Agam Naim, sergente paramedico. L’esercito di Israele specifica che si stratta della prima soldatessa a morire nell'offensiva di terra contro Hamas, il cui bilancio sale a 348 vittime.
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