L’Onu denuncia nuove violazioni dei diritti umani in Nicaragua
L’Osservatore Romano
«Gravemente peggiorata». È la situazione dei diritti umani in Nicaragua secondo un rapporto pubblicato ieri a Ginevra dall’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani, che fotografa l’attuale realtà nel Paese centro americano rispetto allo scorso anno e mette al contempo in luce come le libertà religiose abbiano continuato a subire «indebite restrizioni». Nel documento, l’Onu registra «un aumento dei casi di detenzioni arbitrarie, intimidazioni nei confronti degli oppositori, maltrattamenti in carcere e attacchi contro le popolazioni indigene». In particolare, si mette in risalto come si sia «progressivamente estesa e intensificata» la persecuzione «degli oppositori al governo» o di quelle che sono percepite come «voci dissenzienti». «Le autorità — riferisce il rapporto che si basa su 120 interviste, testimonianze, incontri — continuano a perseguitare non solo coloro che esprimono opinioni dissenzienti, ma anche qualsiasi individuo o organizzazione che operi in modo indipendente o non ricada direttamente sotto il loro controllo», con ripercussioni su difensori dei diritti umani, media indipendenti, organizzazioni non governative e «qualsiasi altra entità che sostenga un cambiamento sociale o politico senza la supervisione del governo».
Secondo i dati dell’Onu, inoltre, almeno 27 sacerdoti e seminaristi sono stati arrestati arbitrariamente tra ottobre 2023 e gennaio 2024. Un gruppo di 31 ecclesiastici è stato «espulso» dal Paese dopo essere stato detenuto «per vari periodi». Managua, si aggiunge, ha «revocato lo status legale a molte organizzazioni religiose», nel quadro di analoghe misure adottate nei confronti di varie ong.
«Nuove preoccupazioni» sono state poi sollevate dall’Ufficio di Ginevra a proposito della riforma del Codice penale che il Parlamento nicaraguense ha approvato nelle ultime ore, come richiesto la settimana scorsa dal presidente Daniel Ortega. Uno degli articoli prevede che Managua potrà perseguire le persone fisiche o giuridiche, anche straniere, che commettano crimini fuori dal territorio nazionale contro la pubblica amministrazione, lo Stato e le istituzioni, compresi i crimini informatici. L’Onu, che ha reso noto il rapporto poco prima dell’approvazione della riforma, ha evidenziato il rischio che leggi «così ampie» possano essere utilizzate «per esercitare ulteriori pressioni e intimidazioni».
L’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, ha quindi invocato «un urgente cambio di rotta da parte del governo».
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