Raid israeliano fa strage a Khan Younis, decine le vittime
Paola Simonetti – Città del Vaticano
Una raffica di missili ha investito tra ieri e oggi la Striscia: alle 40 vittime di ieri provocate da raid su un accampamento nell’area umanitaria di Al-Mawasi a Khan Yunis, a sud della Striscia, dove si contano anche 60 feriti e diversi dispersi, si aggiungo le altre 5 vittime di oggi per gli attacchi messi a segno a Gaza su una piazza con venditori ambulanti. Numeri di morte che portano a oltre 41.020 le vittime e 94.925 i feriti palestinesi dal 7 ottobre scorso, secondo quanto riportato dal ministero della Salute di Hamas.
L’operazione israeliana su Khan Younis intendeva colpire, ha chiarito l’esercito, “importanti terroristi di Hamas all'interno di un centro di comando e controllo incorporato nella zona", una tesi che viene definita una "palese menzogna" dal gruppo islamico che nega la presenza di propri miliziani in quel sito.
"Sofferenza indicibile a Gaza"
"Il livello di sofferenza a cui assistiamo non ha precedenti nel mio mandato di segretario generale dell’Onu", ha dichiarato, Antonio Guterres. Contro le Nazioni Unite si è espresso duramente il premier Israeliano, Benjamin Netanyahu, secondo il quale l'Onu sarebbe anti-Israele e gli operatori umanitari collaboratori di Hamas. Operazioni umanitarie che, secondo quanto denunciato dai vertici dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi vengono bloccate da Israele, è stato infatti fermato per otto ore, ieri a Gaza, secondo la denuncia dell'Unrwa, un convoglio diretto a vaccinare i bambini contro la poliomielite nonostante un "coordinamento preliminare dettagliato".
Mediazione in stallo
Sul fronte dei negoziati per una tregua a Gaza, il presidente egiziano al Sisi, sottolinea la "necessità assoluta" di raggiungere l’intesa, un’urgenza su cui gli Stati Uniti concordano, ma per la quale, dicono, Hamas resta il principale ostacolo. Accusa questa che il gruppo islamico nei giorni scorsi aveva invece rivolto a Israele, responsabile, secondo Hamas, "di cambiare continuamente le carte in tavola". Il premier israeliano, Netanyahu, dal canto suo ha respinto ogni pressione per un accordo di cessate il fuoco.
Gli attacchi israeliani in Siria
Decine le vittime, con un bilancio sempre più pesante, anche in Siria dove Israele ha preso di mira, tra domenica e lunedì con 14 missili, basi militari filoiraniane, provocando almeno 26 morti e scatenando la rabbia dell’Iran. Stando a quanto dichiarato dall'Osservatorio nazionale per i diritti umani, tra le vittime identificate ci sarebbero 11 miliziani siriani filo-iraniani, 2 di Hezbollah, 4 militari governativi e almeno 5 civili. I feriti sono almeno 32. Si tratta di "uno dei raid più violenti" condotti da Israele in Siria, ha commentato il direttore della ong, Rami Abdel Rahman, mentre dal ministero degli Esteri siriano arriva l'accusa a Israele di "provocare un'ulteriore escalation nelle regione".
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui