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Venezuela, una veduta della capitale Caracas Venezuela, una veduta della capitale Caracas  (AFP or licensors)

Venezuela, appello di 31 Paesi a margine dell’Assemblea generale Onu

La dichiarazione congiunta siglata a New York chiede di “ripristinare le istituzioni democratiche in modo pacifico” nel Paese latinoamericano

L’Osservatore Romano

È giunto il momento per i leader politici del Venezuela di «avviare colloqui costruttivi e inclusivi su una transizione», con garanzie sia per il governo sia per l’opposizione. È la dichiarazione congiunta siglata da 31 Paesi, i cui rappresentanti si sono incontrati in una riunione a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Il documento chiede di risolvere l’impasse politica e «ripristinare le istituzioni democratiche in modo pacifico» nel Paese latinoamericano. Si sollecita, inoltre, un processo in linea con la legge e con «la volontà del popolo» espressa attraverso il voto alle presidenziali del 28 luglio, a seguito del quale il Consiglio elettorale nazionale ha certificato a Nicolás Maduro una riconferma per un terzo mandato, senza tuttavia pubblicare i risultati completi delle consultazioni, e innescando una ferma protesta dell’opposizione.

Alla dichiarazione hanno aderito, tra gli altri, Stati Uniti, Unione europea, Regno Unito, Spagna, Italia, Germania, Argentina, Guatemala. Nel documento si chiede inoltre l’immediato rilascio delle persone detenute «arbitrariamente» e la fine «dell’uso eccessivo della forza, della violenza politica e delle vessazioni contro l’opposizione e la società civile». 

Negli incontri a New York un ulteriore appello al riguardo è poi venuto dal segretario di Stato Usa, Antony Blinken, e dal ministro degli Esteri dell’Argentina, Diana Mondino, che hanno rivolto un appello alla comunità internazionale a «rafforzare le pressioni» sulle autorità di Caracas affinché venga «rispettato il voto» dell’estate scorsa.

A livello interno, intanto, i media venezuelani riportano che Maduro ha ordinato di controllare tutti i dispositivi elettronici in dotazione all’esercito venezuelano, pure le apparecchiature ancora stipate nei depositi, per prevenire un attacco simile a quello che ha colpito decine di membri di Hezbollah in Libano e Siria.

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27 settembre 2024, 13:51