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Il confine tra Libano e Israele dove è iniziata l'operazione israeliana via terra Il confine tra Libano e Israele dove è iniziata l'operazione israeliana via terra

Israele avvia operazione di terra nel sud del Libano

È stata avviata l’incursione di terra nel sud del Libano da parte di Israele che specifica che sono attacchi mirati contro Hezbollah e assicura che non sarà a lungo termine. Raid attribuiti a Israele anche sulla Siria, tre vittime si registrano a Damasco

Roberta Barbi – Città del Vaticano

Si chiama “Nortehern Arrows” – frecce del nord – l’operazione terrestre “mirata e limitata” lanciata da Israele nel Libano meridionale e diretta contro obiettivi e infrastrutture di Hezbollah lungo il confine e supportata anche dalla flotta aerea. Si tratta di “obiettivi che rappresentano una minaccia immediata per la comunità israeliana nel nord del Paese”, ha precisato Israele affermando che l’operazione proseguirà parallelamente ai combattimenti a Gaza e in altri scenari, ma non sarà “un’operazione di occupazione a lungo termine, ma limitata nel tempo e nello spazio”. Non è stata resa nota, tutta via, la durata dell’operazione stessa. L'esercito israeliano, che ha annunciato che non entrerà nella capitale Beirut, ha ordinato l'evacuazione di oltre venti aree nel sud del Paese.

L’attacco più grande su un campo profughi

Sul terreno, è stato colpito un edificio all’interno del più grande campo profughi che ospita profughi palestinesi in Libano, Ain El-Hilweh, vicino a Sidone: l’obiettivo, secondo quanto riferito, sarebbe stato Munir Maqdah, leader delle Brigate dei Martiri di al Aqsa nel Paese. Nell’attacco sono rimaste uccise tredici persone tra cui alcuni bambini; dieci, invece, i morti per i bombardamenti sulla città di Daoudiya. Le Forze di difesa di Israele attraverso i social hanno informato di aver preso di mira siti di produzione di armi e infrastrutture appartenenti al partito sciita filo-iraniano Hezbollah a Dahieh, nella periferia meridionale di Beirut.

La risposta del Libano e il raid in Siria

Intento prosegue il lancio continuo di missili dal Libano verso il nord di Israele: solo questa mattina nella zona di Metula, a seguito di due allarmi distinti, sono stati identificati diversi provenienti dal Libano, alcuni dei quali sono stati intercettati, e altri sono caduti nella zona. Ad Avivim, sempre in seguito a un altro allarme, sono stati individuati diversi razzi che sono caduti in aree aperte. Intanto si registra un raid portato avanti con aerei e droni anche a Damasco, in Siria: tre le vittime tra cui una reporter. Secondo l’agenzia locale Sana l’attacco sarebbe da attribuire a Israele e sarebbe partito dalle alture del Golan.

Usa: sì a diritto difesa, no a escalation

L’amministrazione Biden ha espresso “preoccupazione” al governo israeliano per la possibilità che “un’operazione limitata nel tempo e nella portata geografica” in Libano si trasformi in “qualcosa di più grande”. Al tempo stesso, Gli Usa hanno affermato che i raid contro le postazioni di hezbollah sul lato libanese della Blue Line sono “in linea con il diritto di Israele di difendere i propri cittadini e di riportare i civili a casa in sicurezza”. “Sosteniamo il diritto di Israele di difendersi da Hezbollah e da tutti i gruppi terroristici sostenuti dall’Iran”, ha precisato un portavoce, aggiungendo che comunque “una risoluzione diplomatica è l’unico modo per raggiungere una stabilità e una sicurezza durature lungo il confine tra Israele e il Libano”.

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01 ottobre 2024, 08:34