Greenaccord, confrontarsi insieme per salvare il Creato
Marina Tomarro - Frascati
Katiana Murillo, arriva dal Costarica dove è coordinatrice di Latinclima, una rete di informazioni per i giornalisti dell’America Latina e dei Caraibi sui cambiamenti climatici. Non è la prima volta ma anche quest'anno partecipa al XVI Forum Internazionale per l’informazione sulla Salvaguardia del Creato, promosso da Greenaccord Onlus, in corso fino a domani, 12 ottobre, e che vede riuniti giornalisti provenienti da differenti Paesi per capire come prendersi cura dell’ambiente e quali sono i problemi da affrontare.
Il turismo sostenibile in Costarica
“Ormai per me è ritrovare degli amici che fanno il mio stesso lavoro e si preoccupano della situazione ambientale dei loro Paesi. – spiega Katiana – Noi ci confrontiamo su quello che sta succedendo e questo lavoro di rete continua anche dopo queste giornate di Forum”. Il Costarica, è un esempio virtuoso di ecologia, tanto da puntare a diventare il primo Paese al mondo senza plastica e a zero emissioni. “Noi – spiega la giornalista –abbiamo la fortuna di avere una natura bellissima ma anche un ecosistema molto delicato e fragile. Perciò puntiamo ad un turismo maggiormente sostenibile. Abbiamo ottenuto anche un certificato di sostenibilità turistica, e quindi chi viene a trovarci sa che vedrà strutture che si adoperano per il risparmio di energia, di acqua, e che si prendono cura dell’economia locale. Per questo per noi è molto importante parlarne e fare conoscere la nostra realtà”.
La questione climatica in India
Keya Acharya arriva invece dall’India, dove è presidente del Forum dei giornalisti ambientali. “Nel mio Paese – racconta Keya – si sta iniziando a parlare sempre di più di problemi climatici. Ma per i media non è semplice affrontare queste tematiche. Io spesso suggerisco ai miei allievi che vogliono diventare giornalisti ambientali, di iniziare a raccontare cose in apparenza più lontane e da li cogliere degli aspetti per parlare del clima. Ad esempio anche commentando una partita di calcio si può parlare di sostenibilità, dall’uso delle bottigliette di plastica, al campo fatto di erba sintetica. In questo modo chi legge sarà informato non solo su quella partita ma anche di questi aspetti”.
Nuove energie possibili: l’idrogeno verde
Nella mattinata si è parlato di cosa le istituzioni possono fare maggiormente per proteggere l’ambiente. Tra gli interventi quello di Andrea Masullo direttore scientifico di Greenaccord, che ha messo in evidenza l’urgenza, di costruire una visione strategica e partecipata su scala locale che rimetta al centro il diritto delle persone a vivere in contesti salubri e resilienti, in relazione con la natura. “Le istituzione – spiega Masullo – devono prendere sul serio quello che dice la politica. Dai cambiamenti climatici, alle distruzioni delle biodiversità, tutti questi eventi ci ammoniscono che stiamo correndo verso una tempesta perfetta, e se ci caschiamo dentro sarà molto difficile uscirne. Dobbiamo quindi fermarci e pensare ad uno sviluppo diverso, perché questo non ci porta lontano”. Tra le soluzioni possibili a cui guardare, ci sono le energie rinnovabili che permettono di ridurre le emissioni di gas serra e di non continuare a sprecare risorse. Come l’idrogeno verde “Si tratta – spiega Nicola Conenna presidente della Fondazione H2U – della variante pulita dell’idrogeno: non è presente in natura e si produce attraverso le fonti rinnovabili, a seguito del processo di elettrolisi, da cui è possibile produrre idrogeno verde la cui successiva trasformazione genera energia e vapore acqueo, senza creare effetti inquinanti” E questa scelta green è stata già adottata da diverse comunità. Ad esempio anche in Italia a Bolzano sono stati acquistati dei bus a idrogeno per la mobilità pubblica.
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