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Ricerche di sopravvissuti dopo un bombardamento nel Sud Libano Ricerche di sopravvissuti dopo un bombardamento nel Sud Libano  (AFP or licensors)

Israele attacca un ospedale a Beirut, la diplomazia al lavoro per un cessate il fuoco

Nuovi raid israeliani in Libano, la milizia sciita contrattacca con quasi 200 razzi. I negoziatori cercano una soluzione anche per Gaza, sempre bersaglio di bombardamenti, mentre l'Onu torna a denunciare: nella Striscia "negato il passaggio di aiuti umanitari"

Paola Simonetti - Città del Vaticano

L’ennesimo attacco dell’esercito israeliano in Libano ha preso di mira la zona del più grande ospedale universitario del paese, Hariri a Jnah, periferia di Beirut, con un bilancio di vittime in aumento: almeno 13 le persone rimaste uccise, fra cui un bambino e 57 ferite. Altri 12 attacchi sono stati compiuti a sud della capitale libanese, in una area oggetto di evacuazione, dove ormai i cittadini in preda al terrore fuggono, senza una meta sicura, per le strade. L’accusa verso Israele da parte delle autorità locali è non aver dato l’adeguato tempo alla popolazione per spostarsi.

Incessanti i raid israeliani anche a Gaza: almeno 15 persone sono morte in un raid sulla città di Beit Lahia, nel nord della Striscia. Altri 15 palestinesi sono stati arrestati dalle forze israeliane, dopo diverse perquisizioni nelle abitazioni, nel campo di Al Arroub, a nord di Hebron nel sud della Cisgiordania.  Due i bombardamenti, nelle ultime ore, attribuiti alle Forze di difesa israeliane, anche in Siria, vicino al valico Masnaa alla frontiera con il Libano. 

Da ieri, le Forze di difesa israeliane fannosapere di aver attaccato piu' di 230 obiettivi in Libano e nella Striscia di Gaza tra cui tre quartier generali dell'unita' aerea del movimento sciita libanese Hezbollah nel sud del Libano, e 15 miliziani sono stati uccisi in un attacco contro una base militare. 

La risposta di Hezbollah

Secondo quando riferito dalle forze israeliane, la milizia sciita libanese ha contrattaccato con il lancio nelle scorse ore di almeno 170 razzi con oggetto la base dell’intelligenze a Tel Aviv. Nuovi missili questa mattina hanno preso di mira una "base navale" israeliana vicino ad Haifa. Israele da parte sua, afferma di aver distrutto circa il 70% dell’arsenale missilistico di Hezbollah. 

L’Onu denuncia: "A Gaza c'è morte ovunque" 

Intanto, nella Striscia si aggrava la situazione umanitaria in seguito al conflitto. Un contesto nel quale sembra sempre più difficile aiutare la popolazione: l'Ufficio dell'Onu per il coordinamento degli aiuti umanitari, Ocha, infatti, ha dichiarato che le autorità israeliane hanno negato l'accesso a Jabalya per la distribuzione ai civili palestinesi nei campi profughi di cibo, medicine e il carburante necessario ad attivare le pompe dell'acqua potabile. Tra il 6 ottobre e domenica, ha precisato Ocha, sono state respinte ventotto richieste di poter portare aiuti umanitari nel nord di Gaza; nei primi venti giorni di ottobre, solo 4 delle 66 missioni umanitarie allestite sono state fatte passare attraverso i checkpoint controllati dalle forze israeliane. Straziante la testimonianza del capo dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), Philippe Lazzarini, che su X ha lanciato un "SOS" per il suo staff nel nord della Striscia: "Il personale dell'agenzia Onu non riesce a trovare cibo, acqua o assistenza medica. L'odore della morte è ovunque - si legge nel messaggio - mentre i corpi vengono abbandonati sulle strade o sotto le macerie. Le missioni per rimuovere i corpi o fornire assistenza umanitaria vengono negate. Nel nord di Gaza, le persone aspettano solo di morire". 

La diplomazia in campo per una tregua

Gli Stati Uniti tornano a fare pressioni per un cessate il fuoco su Libano e Gaza: per il segretario di Stato americano, Antony Blinken, oggi prima tappa in Israele nel contesto di un più ampio tour in Medio Oriente proprio nel tentativo di ridare slancio alla negoziazione per una tregua nella Srtscia e discutere del suo futuro dopo la morte del leader di Hamas, Yahya Sinwar. Al centro il negoziato per la tregua a Gaza in cambio del rilascio degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, ma anche per discutere del piano Usa per una tregua in Libano che preveda di "impedire presenza armata nelle zone libanesi e nei villaggi di confine", espandendo l'area dove non ci sarà Hezbollah, con anche il potenziamento della Forza interposizione Onu, Unifil. Tuttavia, da più parti, si considera nebulosa l’ipotesi di una svolta prima delle presidenziali americane ormai alle porte. 

Dal canto suo l’Egitto tenta la carta diplomatica con la proposta di un nuovo accordo per la liberazione degli ostaggi, con uno scambio fra alcuni sequestrati e una tregua temporanea: l’ipotesi di negoziato è stata discussa domenica scorsa a Il Cairo e posta al centro ieri sera, lunedì 21 ottobre, della riunione di gabinetto del governo israeliano. 

Ultimo aggiornamento ore 12.35

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22 ottobre 2024, 11:45