Libano, raid contro una moschea, colpiti anche paramedici della Croce Rossa
Vatican News
Sono almeno cinque i morti provocati dai raid israeliani la notte scorsa sul sud del Libano, contro il villaggio di Kfar Tebnit. Oltre ad una moschea, andata totalmente distrutta, sono state colpite anche alcune case. Atri bombardamenti avrebbero interessato anche altri villaggi. In mattinata poi altri attacchi, avvenuti nella stessa zona, hanno coinvolto un gruppo di paramedici della Croce Rossa, alcuni dei quali rimasti feriti, che si trovava nell’area in coordinamento con la missione Unifil per soccorrere i feriti del primo bombardamento. In totale sono 15 i morti provocati dai raid israeliani in due aree nel nord del Libano e in una a sud della capitale Beirut.
Israele rassicura gli Usa
Yoav Gallant, ministro della Difesa israeliano, avrebbe garantito all’omologo statunitense, Lloyd Austin, che Israele continuerà ad adottare misure per evitare danni ai soldati della forza di peacekeeping dell’Onu dispiegate nel Libano meridionale. Ieri era stato colpito un casco blu, il quinto in due giorni, e Austin aveva espresso a Gallant preoccupazione per gli attacchi,
I piani di Hamas
Intanto, i principali quotidiani statunitensi come Washington Post e New York Times indicano che Hamas aveva programmano un’ondata aggressiva di attacchi contro Israele, pensando far esplodere un grattacielo a Tel-Aviv, in “stile 11 settembre” e che aveva pianificato per due anni l’attacco del 7 ottobre del 2023, cercando anche il coinvolgimento di Iran e Hezbollah. Una versione smentita dalla missione iraniana alle Nazioni unite così come dal movimento sciita libanese.
Gaza, una famiglia distrutta
A Gaza, nel frattempo, una intera famiglia di otto persone, genitori e sei figli tra gli 8 e i 23 anni, è rimasta uccisa in un altro attacco israeliano contro una casa nel campo profughi di Nuseirat.
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