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Daniel Harding dirige a S Cecilia (archivio) Daniel Harding dirige a S Cecilia (archivio) 

L’Orchestra di Santa Cecilia, tra Puccini e Verdi verso il Giubileo

Dopo l’intensa esecuzione di ieri della “Tosca” che ha aperto la stagione concertistica, l’Orchestra e il Coro dell’Accademia ceciliana diretti da Daniel Harding affrontano un intenso cartellone di impegni che li vede il 23 ottobre alla Basilica di San Paolo con il “Requiem” di Verdi

Marcello Filotei - Città del Vaticano

L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia è una delle più antiche istituzioni musicali al mondo. Fondata ufficialmente nel 1585  si è trasformata nei secoli da sodalizio di musicisti di valenza “locale” a ente concertistico sinfonico di fama internazionale.  Non si può dire quindi che l’orchestra sinfonica e il coro appartengano alla città di Roma, perché hanno un rilievo molto più ampio. Però quest’anno, in cui coincidono il Giubileo e l’inizio dell’attività del nuovo direttore stabile Daniel Harding, sembra avere un particolare feeling con la capitale italiana. Dal 21 ottobre al 3 novembre, infatti, si susseguono diversi appuntamenti che la vedono impegnata non solo nei suoi tradizionali concerti, ma anche in altri eventi che insistono su Roma.

Andiamo per ordine. Il 21 ottobre, a 100 anni dalla morte di Puccini, l’Accademia inaugura la stagione sinfonica con la Tosca in forma di concerto. L’evento segna l’insediamento di Harding come direttore stabile e il suo debutto alla direzione di quest’opera.

Due giorni dopo, mercoledì 23, il coro e l’orchestra si sposteranno nella Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura per inaugurare il XXIII Festival internazionale di Musica e Arte Sacra con la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi. Sul podio sempre il direttore britannico. La manifestazione è organizzata dalla Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, costituita nel 2002 e da allora rimasta fedele alla sua vocazione originale: proporre eventi pensati come connubio tra creazione artistica ed esperienza spirituale e proposti nelle Basiliche Papali. Negli anni si sono avvicendate orchestre come i Wiener Philharmoniker o i Bamberger Symphoniker. Quest’anno tocca a Santa Cecilia, ma non solo. Sono in programma infatti anche il Requiem di Mozart, il 15 novembre a San Giovanni in Laterano, la Messa in si minore di Bach, il 16 a Santa Maria Maggiore, e la Terza Sinfonia di Bruckner, il 17 ancora a San Paolo fuori le Mura.

Qualche giorno prima, il 3 novembre, l’Orchestra di Santa Cecilia farà un’altra escursione in zone vaticane per raggiungere l’Auditorium di Via della Conciliazione dove eseguirà la Quinta Sinfonia di Dimitri Šostakovič sotto la direzione di Jader Bignamini. In questo caso siamo nell’ambito dei «Concerti del Giubileo - Armonie di Speranza», la rassegna organizzata in preparazione all’Anno Santo e curata dal Dicastero per l’Evangelizzazione.

Questa attenzione alla città non è nuova, ma ha un suo sapore speciale nell’anno giubilare. Sembra quasi di vivere un “ritorno a casa” della compagine ceciliana, da una parte perché una delle sue sedi in passato è stata proprio l’Auditorium di Via della Conciliazione, dall’altra perché l’Accademia fu fondata da Sisto V, quello che Giuseppe Gioachino Belli definì «un Papa tosto», e che nella Bolla Ratione congruit invocava due santi a protezione dell’arte dei suoni: san Gregorio Magno, che diede il nome al canto gregoriano, e santa Cecilia, patrona della musica.

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22 ottobre 2024, 18:10