Cuamm, salute e vita di mamme e bambini hanno la priorità sulle guerre
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Il Complexe Hospitalier Universitaire Pédiatrique di Bangui, nella Repubblica Centrafricana, è l’unico ospedale pediatrico del Paese, che Francesco ha voluto sotto la sua egida quando, nel 2015, concluse il viaggio apostolico e diede inizio al Giubileo straordinario della misericordia aprendo la Porta Santa della cattedrale della capitale del Paese africano. Lì, il Bambino Gesù ha aperto il reparto per bambini malnutriti affidando poi la gestione dell’ospedale a Medici con l’Africa Cuamm. È questo uno dei successi che l’organizzazione ribadirà domani, sabato 16 novembre, al Lingotto a Torino in occasione dell'Annual Meeting, dal titolo “La salute al centro”, proprio per riportare in prima pagina l'Africa e il grande impegno del Cuamm per la salute di mamme e bambini. A Torino si tirerà la somma dei traguardi che in questi mesi l’organizzazione è riuscita a ottenere, come quelli in via di raggiungimento proprio in Centrafrica, nell’ospedale di Bossangoa, nel nord del Paese, a sostegno del reparto maternità di cui sono stati avviati i lavori parallelamente all’impegno di costruire la scuola di formazione per ostetriche e infermieri professionali per evitare che i ragazzi che vivono un zone rurali siano costretti a studiare in capitale per poi lì rimanere senza rientrare nelle aree di provenienza dove invece c’è un gran bisogno di personale sanitario. “Non c'è dubbio che dobbiamo tenere alta la bandiera, come dico io, della salute”: Don Dante Carraro, medico e direttore di Cuamm, ripete da tempo e senza sosta che la salute va messa al centro di ogni azione, “perché senza salute, senza scuola e formazione non c'è futuro, il che vale per tutti i Paesi, ma in particolar modo per quelli del continente africano”.
La salute materno infantile
Il pensiero va allo stato della salute materno infantile. “Ci sono ancora tanti bambini che muoiono sotto i cinque anni e molti di loro addirittura entro il primo mese di vita, e poi ci sono molte mamme che muoiono di parto, “quando invece mettere al mondo un bambino senza perdere la vita è un diritto sacrosanto”. I dati gettano nello sconforto: sono 280mila le mamme che muoiono dando alla luce i loro bambini, quasi tutte concentrate nell’Africa subsahariana, per salvarle, e con loro i bambini, basterebbe, in molti casi, intervenire con un cesareo o con una trasfusione, interventi di base, ma, spiega ancora Carraro “in tanti Paesi dell’Africa non viene garantito questo diritto minimo, pur sapendo che appunto non si tratta di una malattia, ma del diritto di dare alla luce un bambino”. Tetano, morbillo, difterite, sono malattie curabili con le vaccinazioni, in molti Paesi dal basso costo, eppure la copertura vaccinale nei Paesi africani è bassissima, un esempio fra tutti è quello del Sud Sudan, dove “si raggiunge un livello vaccinale del 30-40% dei bambini, quindi vuol dire che meno di un bambino su due è vaccinato per malattie le cui complicazioni possono portare alla morte”.
L’Africa e il costo delle guerre
Il destino sanitario dell’Africa, è ormai evidente, non interessa molto al resto del mondo, tenendo presente il grave peso delle ricadute delle due guerre che stanno monopolizzando l’attenzione pubblica, quella in Medio Oriente e quella in Ucraina. “Le risorse vengono messe tutte da una parte – prosegue Carraro – e quindi ce ne sono di meno dall’altra, inoltre c’è il fatto che l’attenzione del mondo è concentrata su queste due grandi guerre che stanno destabilizzando il mondo, anche quello economico, basti pensare che in questi casi le monete dei Paesi africani, che sono deboli, si svalutano in maniera incredibile”. È quindi evidente la poca attenzione al fatto che “se un continente resta clamorosamente indietro nell’ambito del diritto alla salute, tutto il mondo si mette più a rischio. Un’epidemia che scoppia quando la situazione sanitaria di un continente è troppo debole, pensiamo all’Africa, quando si verifica l’insorgere di nuove malattie, e il covid lo ha dimostrato, a rischio è la salute di tutti, perché le persone si muovono. Quindi, oltre che ingiusto, l’atteggiamento del mondo occidentale è anche miope. Come ha detto il Papa: siamo tutti sulla stessa barca”.
La salute al centro
Il titolo dell’incontro del Cuamm ricorda che “se vogliamo dare un futuro al nostro mondo e alla nostra umanità, deve essere rispettato il diritto sacrosanto alla salute, all’accesso alle cure di base, e dato che questo al contrario non è garantito dobbiamo mobilitarci tutti, ed è questo il motivo per cui facciamo il meeting con il titolo “La salute al centro”, che è riferito proprio al continente africano, perché dobbiamo muoverci tutti, e se lo facciamo diverrà realtà”. Di tutto questo si darà conto domani a Torino, dell’impegno che Cuamm porta avanti su due versanti: quello di assistere le mamme nel parto da un lato, dall’altro la necessità di formare il personale locale in Sud Sudan e Repubblica Centrafricana, così come molti altri luoghi molto poveri dove, “si trova una ostetrica ogni circa 10mila mamme che partoriscono”.
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