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L'azione di Casa Rut e di Casa Magnificat accanto alle donne violate L'azione di Casa Rut e di Casa Magnificat accanto alle donne violate 

Suor Giaretta: contro la violenza sulle donne offrire accoglienza e riparo

La religiosa orsolina, fondatrice di Casa Rut e di Casa Magnificat, a Caserta e a Roma, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, che ricorre oggi 25 novembre, racconta il percorso di risanamento e liberazione di tutte coloro che si sono rivolte a lei per ritrovare la dignità di essere umani

Silvia Giovanrosa - Città del Vaticano

Sono donne che gridano dal loro profondo la necessità di ritrovare la loro dignità quelle che si rivolgono a Suor Rita Giaretta, religiosa dell’ordine delle Orsoline, fondatrice, insieme ad altre consorelle, di Casa Rut a Caserta e di Casa Magnificat a Roma, strutture che si occupano di accogliere le donne vittime di violenze ed abusi e oggetto della tratta di esseri umani, con l’obiettivo di  accompagnarle nel lungo processo di rinserimento sociale, affinché possano “rifiorire alla vita”. Sono donne che rappresentano un’umanità ferita, maltrattata nel corpo e nello spirito, violate nel loro desiderio di poter vivere una vita degna. "Questo per me, donna e religiosa, è uno scandalo, non possiamo non metterci accanto delle nostre sorelle”, esorta la religiosa in un’intervista ai media vaticani. 

Ascolta l'intervista con suor Rita Giaretta

Un percorso di risanamento e liberazione

“Abbiamo sempre tentato nelle nostre strutture di fare famiglia”, spiega la suora che precisa come la relazione, l'accoglienza, siano alla base di ogni processo di guarigione. "Quando trovano uno spazio caldo e accogliente per il loro corpo, possono sfogare il dolore e la rabbia". Dopo questa prima fase, dove è necessario un supporto anche psicologico, si può avviare un percorso scolastico, per imparare a parlare, a leggere e scrivere, perché "se non impari - precisa suor Rita - sarai sempre suddita e sottomessa”.

La storia di Joy

Joy è una ragazza nigeriana accolta a Casa Rut. Il suo è stato un lungo percorso di liberazione e rinascita. Dopo una vita di maltrattamenti e schiavitù, Joy ha trovato una casa e una famiglia dove poter far germogliare nuovi desideri di vita. La ragazza ha potuto studiare, ottenere la licenza media, fare la maturità, svolgere un tirocinio formativo presso la cooperativa sociale New Hope, una sartoria etnica legata a Casa Rut, in cui le donne migranti si riappropriano della loro dignità attraverso il lavoro. “Lei è formidabile a creare questi fiori che realizza con gli scarti di altre lavorazioni, perché non c’è scarto che non possa fiorire", spiega ancora suor Rita, raccontando che Joy si è sposata e ora vive a Casa Magnificat a Roma, dopo aver scelto di continuare ad offrire il suo aiuto alle altre donne vittime di violenze.

L’invito alla sorellanza

“Bisogna cambiare cuore” e decidere di guardare negli occhi l’altra o l’altro, perché,  "incontrare lo sguardo ferito di un fratello o di una sorella mi tocca dentro e cura anche le mie ferite”. Ma la sorellanza non basta, "è necessario aprirsi anche agli uomini -  conclude suor Rita - se non entriamo in questa logica cadiamo nell’odio oppure nella solitudine. Il volto del fratello mi regala vita, mi spinge ad uscire dal mio egocentrismo e a mettermi al fianco dell'altro".

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25 novembre 2024, 12:03