Nicaragua, almeno 76 persone in detenzione arbitraria
VaticanNews
In Nicaragua continua a essere molto diffusa la detenzione arbitraria di presunti oppositori politici, leader indigeni, difensori dei diritti umani e leader religiosi. Lo denuncia Nada Al-Nashif, vice Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, precisando in una nota che nel Paese centroamericano regna tuttora un clima duro e repressivo.
Carcere per oppositori e indigeni
Secondo le organizzazioni della società civile, in Nicaragua restano detenute arbitrariamente 76 persone, tra cui almeno venti rappresentanti di comunità indigene. Negli ultimi giorni di novembre almeno 30 persone sono state tratte in arresto, tra cui tre bambini. Inoltre, almeno 10 persone sono state costrette a lasciare il Nicaragua, sotto minaccia di arresto e di un procedimento giudiziario. Circostanze queste, ha indicato l’Alto commissario dell’Onu, che hanno ulteriormente minato i controlli e gli equilibri democratici, aggravando la repressione dello spazio civico e generando più paura e ansia tra i nicaraguensi, compresi gli esuli.
Erosione dello stato di diritto
Al-Nashir ha dichiarato che le proposte di riforma costituzionale — approvate dall’Assemblea nazionale di Managua in prima lettura il mese scorso, che mirano a concentrare più potere nella presidenza e a criminalizzare le voci dissidenti — eroderanno ulteriormente lo stato di diritto. Le disposizioni chiave consentono infatti l’ingerenza dell’esecutivo nei rami legislativo, giudiziario ed elettorale. Disposizioni ambigue, ha aggiunto Al-Nashif, che rischiano di limitare indebitamente i diritti fondamentali, tra cui la libertà di espressione e il diritto di riunione pacifica.
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