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Una donna di Tarhil versa acqua da una tanica (foto: Michele Cattani/Afp) Una donna di Tarhil versa acqua da una tanica (foto: Michele Cattani/Afp)

Mauritania, dove l'acqua per molti è ancora un lusso

Per migliaia di persone nelle periferie della capitale Nouakchott l'accesso all'acqua è reso difficile dalla mancanza di infrastrutture adeguate. Il governo mauritano corre ai ripari e annuncia l'installazione di 180 chilometri di tubature, ma molti quartieri rischiano di rimanere tagliati fuori

Beatrice Guarrera - Città del Vaticano

L’acqua è ancora un lusso per milioni di persone nel mondo. Lo conferma il rapporto del programma di monitoraggio (Jmp) congiunto Oms/Unicef per l’approvvigionamento idrico, i servizi igienico-sanitari e l’igiene (Wash) che ogni anno monitora i progressi in merito. Secondo i dati dell’ultimo report annuale, in Africa subsahariana per il 40 per cento delle persone l’acqua non è un bene garantito: il 19 cento può accedervi solo in parte o in luoghi distanti, mentre il 21 per cento della popolazione non può procurarsi l’acqua da fonti sicure o deve percorrere lunghe distanze per farlo. A questo si aggiunge la questione della siccità nella zona del Sahel, dove — secondo l’Unicef — la disponibilità di acqua è diminuita di oltre il 40% negli ultimi 20 anni, anche a causa del cambiamento climatico.

La sete di Tarhil

Un Paese in cui la difficoltà di accesso all’acqua è un problema crescente è la Mauritania, dove il 33 per cento della popolazione non ha accesso del tutto a servizi idrici, anche per carenze di infrastrutture, problema frequente in quartieri come Tarhil, un sobborgo alla periferia della capitale Nouakchott. In questo centro abitato che sorge in mezzo alla polvere del deserto del Sahel, vivono oltre 130 mila persone secondo le stime, la cui vita quotidiana è caratterizzata anche dalle frequenti interruzioni elettriche, che si verificano nel caso di piogge ingenti. «Tarhil», che significa «sfollati», concentra, infatti, le persone che in precedenza vivevano in aree non autorizzate nel centro della capitale.

Mancano le infrastrutture

Nonostante gli sforzi del governo mauritano, a Tarhil mancano l’acqua, le strade asfaltate e i servizi ai cittadini. Gli abitanti dipendono dunque da mezzi di emergenza per procurarsi l’acqua, come i carri trainati da animali. «Sono sei anni che qui fornisco acqua agli abitanti del quartiere con carri trainati da asini — ha raccontato all’agenzia Afp Mohamedou Omar, proprietario di un carro per l’acqua —. Questo è un vecchio quartiere che ha bisogno di molta attenzione. Fornire e distribuire acqua è molto difficile perché siamo in mezzo alle dune di sabbia». Trasporti dai costi elevati, carburante e gas per uso domestico diventano sempre più costosi. Le tubature presenti a Tarhil, inoltre, presenterebbero problemi di drenaggio, che aggravano il quadro. L’accesso all’acqua, oltre alla questione del consumo personale, ha conseguenze chiaramente anche sulla sfera dei servizi igienici e del sistema fognario. Alcuni abitanti hanno lamentato in passato anche la difficoltà di frequentare le scuole e ricevere istruzione, a causa dell’elevato numero di alunni e della scarsità di aule scolastiche.

Qualcosa si muove

Dal canto suo, il governo mauritano ha affermato di aver fatto grandi sforzi per rendere più accettabili le condizioni di vita a Tarhil, sottolineando che sono comunque migliori di quelle precedenti nelle baraccopoli. Secondo quanto ha riferito oggi il quotidiano «Mauritania Now», è in programma un nuovo progetto per il sistema fognario integrato per la città di Nouakchott che rappresenterebbe un cambio di passo importante nella gestione dei problemi cronici di drenaggio che affliggono la capitale. Lo ha dichiarato la ministra dell’Acqua e del Sistema Fognario della Mauritania, Amel Bent Maouloud, che ha indicato anche il costo della misura, finanziata dai fondi pubblici, per 177,6 milioni di dollari. La selezione dell’azienda esecutrice è avvenuta attraverso un bando di gara internazionale aperto, al quale hanno partecipato aziende globali specializzate, per garantire i più alti standard di qualità e trasparenza. La nuova rete fognaria integrata coprirà aree chiave della capitale, tra cui Sebkha, Tevragh Zeina, Ksar e parti del porto e di Teyarett, con l’installazione di oltre 180 chilometri di tubature. Si tratta dunque di una «svolta decisiva e una risposta concreta» alla necessità della città di un aggiornamento completo delle sue infrastrutture, che, se le promesse verranno mantenute, porterà un miglioramento nella qualità di vita dei residenti, con la creazione di un ambiente urbano più pulito e sicuro. La speranza è che gli sforzi del governo si estendano anche ai sobborghi di periferia come Tarhil.

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19 dicembre 2024, 15:26