Missili su Kiyv, il parroco di San Nicola: salvi nei rifugi, danneggiata la chiesa
Stefano Leszczynski - Città del Vaticano
Un attacco missilistico russo violento e improvviso ha colpito questa mattina la capitale ucraina. Nonostante i sistemi di difesa abbiano intercettato 5 missili balistici a corto raggio, almeno tre forti esplosioni sono state udite nel quartiere centrale di Holosijivskyj, non lontano dalla Nunziatura Apostolica. Gli infissi e le finestre di diverse ambasciate sono andate in frantumi e danni sono stati riportati anche dalla chiesa romano-cattolica di San Nicola, visitata l’estate scorsa dal cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin.
Danni e vittime
L'amministrazione comunale ha riferito che l'attacco ha ha provocato almeno una vittima e decine di feriti. Il bombardamento ha interrotto il riscaldamento in 630 edifici residenziali, 16 strutture mediche e 30 scuole e asili, mentre i detriti dei missili caduti hanno causato danni e scatenato incendi in 3 quartieri. "Chiediamo ai cittadini di rispondere immediatamente agliallarmi antiaerei, perché c'è poco tempo per trovare un riparo", aveva dichiarato l'aeronautica militare. Nei quasi tre anni trascorsi dall'inizio della guerra, la Russia ha bombardato regolarmente le aree civili dell'Ucraina, spesso nel tentativo di paralizzare la rete elettrica e scatenare il panico.
La testimonianza del parroco
«Un attacco missilistico, proprio all’inizio della Messa questa mattina, ha gravemente danneggiato l’edificio di fronte alla nostra Chiesa», spiega ai media vaticani padre Pavlo Vyshkovkyi, oblato di Maria Immacolata e parroco della Chiesa di San Nicola. «I vetri della nostra Chiesa sono caduti sia a destra che a sinistra del campanile – aggiunge -. Noi ci siamo subito recati nei rifugi sotterranei». Gli attacchi russi hanno colpito anche Kryvy Rih, maggiore centro dell'industria del ferro dell'Europa orientale, importante polo metallurgico nella regione del Kryvbas e città natale del presidente Volodymyr Zelensky. Colpita da missile anche la città meridionale di Kherson.
La rivendicazione del Cremlino
Secondo il Cremlino, si è trattato di una “risposta" al bombardamento ucraino effettuato mercoledì scorso con missili Atacms. Il ministero della Difesa russo ha ricordato che il 18 dicembre è stato lanciato un attacco missilistico contro la fabbrica Kamensky (che produce munizioni) nella regione di Rostov con sei missili Atacms di fabbricazione americana e quattro missili da crociera Storm Shadow, di produzione britannica. Durante la conferenza stampa di fine anno svoltasi ieri, Putin ha escluso un accordo con il capo dello Stato ucraino nella situazione attuale. Anche se ha parlato di «compromessi», il presidente russo ha insistito che i negoziati con Kiev dovranno svolgersi «sulla base della realtà che sta prendendo forma sul campo oggi», con l'avanzata russa. La situazione, ha detto, sta cambiando «drasticamente» e Mosca si avvicina al raggiungimento dei suoi «obiettivi primari».
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